Santuario Maria Ss. di Portosalvo

Il 15 settembre 1989 veniva elevata la chiesa di Maria SS. di Portosalvo a terzo santuario mariano diocesano insieme a quelli di Conflenti e Dipodi. La cerimonia avvenne con la consegna della Bolla episcopale di mons. Vincenzo Rimedio al superiore dei Padri Minimi Padre Francesco Di Turi, alla presenza del sindaco ing. Pasquale Matarazzo, della delegazione municipale col gonfalone della città, dell’allora vicario vescovile don Pasquale Luzzo, di Padre Giovanni Cozzolino e di tante altre autorità.

La storia di questo piccolo, ma suggestivo santuario, è stata ricostruita alcuni anni fa dal prof. Antonio Zaffina in un libro che ne racconta la storia, il culto e le leggende. Secondo la documentazione prodotta dal prof. Zaffina l’origine della chiesa risale al ‘700. Infatti la notizia storica più antica che abbiamo è del 1726. Si tratta della “relazione ad limina” del vescovo di Nicastro Domenico Angeletti che la indica come “chiesa rurale fuori le mura”. Tra le varie leggende sull’origine della chiesa, tramandate dalle varie generazioni, Zaffina riporta quella che sembra la più credibile. Secondo la leggenda, diventata poi memoria storica, un feudatario del lametino, un certo Franceschino Gregoraci, di ritorno dalla Corte napoletana, dove era andato per rendere omaggio al viceré di turno, mentre era a bordo di un veliero ed in vista della banchina di attracco di S. Eufemia Marina, tra le foci del Piscirò e il Bagni, venne sorpreso da un’improvvisa e tremenda tempesta che mise in imminente pericolo di vita il nostro “illustre” passeggero ed i componenti dell’equipaggio del natante, ormai in balia deI marosi. Il Gregoraci, visti fallire, uno dopo l’altro, i vari tentativi messi in atto dai marinai per raggiungere il sospirato porto, non sapendo più cosa fare, mentre già incombevano le minacciose tenebre della sera, volse lo sguardo al cielo e vide brillare una stella che illuminava il volto rasserenante di una donna divina. Pensò subito alla Madonna e si rincuorò; e alla stessa fece subito voto che avrebbe eretto una chiesa a Lei dedicata qualora fosse riuscito a salvarsi da quel fortunale. La Madonna si impietosì per quel figlio in grave pericolo e lo salvò. Il Gregoraci, ritenendosi miracolato, mantenne fede al suo voto e subito si mise all’opera per innalzare a Maria di Porto Salvo, nella località così da allora denominata a ricordo della salvezza ottenuta, una chiesa rurale. Suggestiva e altamente simbolica è l’iconografia ancora oggi presente nella chiesa. In particolare meritano di essere segnalate una pala del ‘700 posta sull’altare e una tela del ‘900 in sagrestia. Vi è rappresentata la Vergine troneggiante in cielo tra oscure nubi, il mare in tempesta, le stelle e il porto. Caratteristica della festa, che durava tre giorni, fin dalle origini è stata la fiera dei prodotti agricoli e del bestiame, che coinvolgeva contadini, artigiani e pastori non solo del contado e di Sambiase, ma di tutte le vicine contrade.

Festività: seconda domenica di settembre

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