Il testo della lettera del Vescovo in occasione del Convegno Pastorale Diocesano “Essere Chiesa in Lamezia Terme oggi: camminare insieme” che si svolgerà il 20, 21 e 22 settembre alla presenza di mons. Dario Vitali, professore ordinario di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Carissimi fratelli e sorelle,
presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, seminaristi, fedeli laici, mi auguro che ciascuno di voi abbia avuto modo di rinfrancarsi durante questo periodo estivo per riposare e ritrovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, della nostra vita, degli altri, della storia, del creato, per discernere e cercare di riscoprire cose antiche e cose nuove. Provo, per qualche istante, ad immaginare come sia forte il desiderio, da parte di tutti, di riprendere ogni nostra attività pastorale con maggiore serenità, ma anche con rinnovato entusiasmo e sempre in sicurezza. Non vediamo l’ora di poter ricominciare il nostro cammino con intima e profonda gioia; penso in particolare ad ogni forma di catechesi ed evangelizzazione portata avanti nella nostra Chiesa Lametina dalle nostre parrocchie, nei confronti e con i nostri ragazzi e le nostre ragazze, i nostri giovani, ma anche le nostre famiglie, i gruppi, le associazioni, i movimenti, gli anziani, i poveri! C’è sempre più consapevolezza che fa parte del nostro essere cristiani lasciarsi evangelizzare per evangelizzare tutti. E un’urgenza quella dell’evangelizzazione perché per noi è un’esigenza insopprimibile!
Non posso non pensare a tanti di voi, laici, diaconi, religiose, religiosi, preti, che hanno fatto, mi vien da dire, fino all’impossibile, in questo tempo strano, complesso, difficile, pur di non perdere nessuno: bambini, ragazzi, giovani, famiglie, anziani, persone! Per questo motivo mi sento di poter ancora dire: non lasciamoci prendere dallo scoramento, ma riprendiamo e ripartiamo con coraggio. Il coraggio del Vangelo, dei discepoli. Il Signore è con noi! Il suo amore e la sua fedeltà sono per sempre. Perciò andiamo avanti con fiducia. Ritorniamo a pensare in grande, perché no, anche a sognare in grande, per una vita nuova, una umanità nuova, in un mondo sempre più rinnovato, che auspichiamo, perché lo vogliamo, sempre più aperto, accogliente, umano, fraterno. Tutto questo anche grazie al nostro stile di essere cristiani, al modo sempre nuovo di essere e di abitare questo nostro tempo, ma specialmente la nostra amata terra di Calabria. La dobbiamo amare sempre di più, cioè la dobbiamo ascoltare sempre di più, dobbiamo prendercene cura con profondo rispetto, con atti concreti e coraggiosi sempre di più. La pandemia del Covid- 19 ci ha scioccati, ci ha travolti prima, ci ha provati dopo e continua a farlo ancora oggi. La ripresa delle nostre attività, molto probabilmente, dovrà ancora fare i conti con la crisi pandemica. Non mancheranno da parte nostra, equilibrio, buon senso, responsabilità, cura premurosa e anche fantasia; diamo spazio alla nostra creatività, a casa, a scuola, nelle professioni, negli ospedali, nelle case di cura, nei diversi luoghi della nostra vita ordinaria e straordinaria. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte… Non lasciamoci imprigionare dalla e nella paura, riprendiamo con coraggio creativo il nostro cammino di fede per rendere sempre più ragione della speranza che abita in noi, questo fatto sempre con rispetto (cfr. i Pt 3, 13- 18), senza mai nessuna arroganza e presunzione; nessuna prevaricazione, odio, violenza, nelle nostre parole e nei nostri atti, ciò non appartiene allo stile dei veri cristiani.
Mi permetto di suggerire questo breve brano della lettera di San Pietro Apostolo, perché, ciascuno di noi, possa farne un programma di vita umana e spirituale, che ci disponga a vivere questo nostro tempo con l’atteggiamento più adeguato, più buono, più giusto, più vero, così da imprimere nuova linfa alle nostre attività pastorali. Questa breve pericope possa fare da riferimento costante, come luce per la vita di ciascuno di noi, che ci permetta tuttavia anche di poter camminare tutti insieme in questo nuovo anno pastorale 2021/22:
“Chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi dovreste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo nei vostri cuori pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa, infatti, è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Gesù Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello Spirito”.
Ravviviamo tutti nel nostro cuore il desiderio di essere Chiesa che cammina insieme con gioia; il Vangelo sia la nostra guida e l’orizzonte di senso per l’essere e l’agire della nostra Chiesa che è in Lamezia Terme; cresca sempre di più, in tutti noi, la consapevolezza di essere umili operari nella vigna del Signore; Sì, perché, cerchiamo di non dimenticarlo mai: la vigna è Sua! La Chiesa è Sua! Noi siamo Suoi! Per questo motivo, con la luce e la forza che ci viene dalla fede in Gesù Cristo, cogliamo nel momento presente le sfide, le opportunità, i doni, per offrire agli uomini e le donne del nostro territorio la gioia e la bellezza del Vangelo che anima quella speranza che non delude; consegniamo a questo nostro mondo variegato e complesso quella Parola che ci affranca da ogni pericolo; non chiudiamoci in noi stessi nell’individualismo senza compassione e senza amore che non vede mai spiraglio di bene nell’altro e negli altri; cogliamo invece e lasciamo venir fuori tutte le ricchezze di bontà, di generosità, che sono diffuse a piene mani tra la nostra gente, lasciamo emergere sempre di più l’umano dell’uomo in noi e negli altri, senza voler per questo occultare fatiche, errori, sofferenze, incomprensioni, malvagità, che sono anche il nostro pane quotidiano. E allora il mio pensiero corre ancora ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, ai nostri giovani, ma anche a tutti i nostri malati e sofferenti, colpiti e provati duramente dalla pandemia e non solo, in questo periodo che speriamo presto di metterci alle spalle non per rinchiuderlo nell’oblio dell’indifferenza, ma per farne tesoro di umanità e fraternità universale.
Riprendiamo, con fiducia, gioia e speranza, il nostro cammino di discepoli credenti, “tutti insieme”, ognuno con il suo passo, senza dimenticare il passo degli ultimi, cioè di coloro che non hanno concretamente le nostre stesse possibilità sia da un punto di vista materiale, ma anche spirituale, morale, psicologico, culturale; ci impegniamo, per quanto possibile, a non lasciare indietro mai nessuno. Tutto questo non per inseguire mode, notorietà, personalismi, ma perché sentiamo il vivo desiderio di lasciare ancora parlare, con più forza, dolcezza e mitezza, il Signore Gesù Cristo alla nostra vita e annunciarlo con rinnovato slancio ed entusiasmo a tutti. Riempiamo la nostra esistenza di atti di amore per tutti, in particolare per i più poveri, della nostra Calabria, dell’Italia, del mondo intero. Non lasciamoci rattrappire il cuore, lasciamolo battere all’unisono con quello di Gesù, perché ci insegni compassione, magnanimità, purezza, franchezza, semplicità, autenticità, verità, bontà. Diffondiamo con tutto noi stessi il suo amore gratuito e disinteressato; invochiamo per questo l’aiuto e l’intercessione della Madonna della Quercia, nostra Signora di Visora, patrona della nostra Chiesa, perché tutti insieme ci lasciamo guidare, con docilità e umiltà, come Lei si è lasciata guidare dal Figlio suo Gesù, Lui che è, per tutti, luce, pace, gioia e speranza del mondo. Amen! Benedico tutti e ciascuno di voi nel nome del Signore.