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Caritas, In primo piano, Vita Diocesana

Ritiro di Quaresima per operatori e volontari Caritas

Mentre ci prepariamo a vivere la Pasqua con una rinnovata speranza, come Pellegrini di Speranza, abbiamo camminato insieme nel servizio, impegnandoci con cuore e spirito in un ritiro proposto dalla Caritas Diocesana, in questo tempo di Quaresima, presieduto dal direttore, don Fabio Stanizzo. Un momento di riflessione e preghiera che ci ha uniti nella speranza, come ci ha esortato Papa Francesco, facendo nostra la chiamata a camminare, insieme e nella speranza. Divisi in tre gruppi, abbiamo approfondito queste parole chiave, riflettendo su come il cammino della Quaresima ci chiami a una conversione personale e comunitaria. Il ritiro si è concluso con un momento conviviale di condivisione. Un grazie a tutti gli operatori, i volontari e coloro che hanno partecipato con tanto impegno! Elvira Pelle The post Ritiro di Quaresima per operatori e volontari Caritas first appeared on Lamezia Nuova.

In primo piano, Vita Diocesana

L’adorazione Eucaristica dei…catechisti di speranza

  “In questo momento di preghiera, di silenzio, di pausa dalle nostre mille occupazioni e dedicato a Dio, vogliamo contemplare davanti a Gesù presente e vivo, esposto nell’Eucarestia, il mistero della croce: vogliamo che sia Lui ad aprire il nostro cuore per farci comprendere la manifestazione del suo sconfinato amore per noi. La croce ci accompagna per tutta la Quaresima, per poi lasciarci davanti ad un sepolcro vuoto e illuminato dalla luce della Risurrezione, che è la nostra vera speranza. Dio ci ha scelti non perché siamo migliori, ma perché diventassimo narratori di questa speranza, perché raccontassimo a tutti le meraviglie che Egli compie nella nostra vita”. Con queste parole è iniziata l’Adorazione Eucaristica cui, nonostante il cattivo tempo e l’allerta meteo diramata dalla protezione civile, ha partecipato un centinaio di catechisti della Diocesi, mercoledì 26 marzo alle 19 nella Cattedrale di Lamezia Terme. La liturgia, guidata dal direttore don Antonio Brando e coordinata dall’équipe dell’Ufficio catechistico, è stata animata dagli stessi partecipanti che hanno letto, pregato, cantato e riflettuto in un clima di silenzio e partecipazione. Molti sono stati i sacerdoti presenti e disponibili per le confessioni, a cominciare dal parroco della Cattedrale, don Giancarlo Leone. La riflessione si è basata su alcuni brani della Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, a cominciare dal numero 1 della stessa dove si legge: “Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità”.   Questo il testo della riflessione meditata insieme poco prima della conclusione dell’Adorazione: “Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari… Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio; significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza. In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme … al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini”. Dopo questa sosta, chiesta dai catechisti durante le varie fasi di ascolto avutesi in precedenza, il cammino continua con le tappe già previste, tra le quali ricordiamo, oltre alle date della Scuola biblica e della Scuola per i ministeri, l’incontro del 6 aprile dei cresimandi col nostro vescovo Serafino e il Pellegrinaggio Giubilare dei catechisti al Santuario Diocesano della Madonna di Visora del 9 maggio. Équipe Ufficio Catechistico Diocesano The post L’adorazione Eucaristica dei…catechisti di speranza first appeared on Lamezia Nuova.

In primo piano, Vita Diocesana

A Decollatura allestito il “presepe pasquale” nella chiesa del Carmine di Adami

Un “presepe pasquale” per raccontare i passaggi più salienti della passione, morte e resurrezione di Gesù è stato fatto nella chiesa del Carmine di Adami a Decollatura. Come in un allestimento scenico, le varie figure, “raccontano” quelle che sono state le ultime ore di vita del Cristo: l’ultima cena, l’orto degli ulivi, il processo, il cammino verso il Golgota, la crocifissione, la morte, la resurrezione. Nata a cavallo tra il XVII ed il XIX secolo, la consuetudine del presepe pasquale, si è propagata maggiormente nell’Europa meridionale e nasce, probabilmente, con lo stesso spirito con cui si diffondono rapidamente, nel XIV secolo, le numerose rappresentazioni della Passione con cui vengono raccontate le ultime ore di vita del Cristo come, ad esempio la Via Crucis la cui origine, probabilmente, è per dare la possibilità, a chi non poteva recarsi nei luoghi della Passione di Gesù, di rivivere quei momenti ed a farlo servendosi di quadri, statue o altro per la “narrazione”. Una vera e propria tradizione di devozione popolare, quindi, che, sebbene meno diffusa del presepe natalizio che racconta la nascita di Cristo, attira l’attenzione dei fedeli che possono ripercorrere così, come se cristallizzati in fotogrammi, le varie fasi che portarono alla Crocifissione ed alla Resurrezione di Gesù.   Saveria Maria Gigliotti The post A Decollatura allestito il “presepe pasquale” nella chiesa del Carmine di Adami first appeared on Lamezia Nuova.

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“Fare spazio ad un fratello nella mia vita e poi costruire comunione, perdonato, è la scommessa sulla quale giocare la nostra esistenza”

“Parlare di fraternità è semplicissimo, dire di voler costruire comunione è ancora più semplice anche se è molto più entusiasmante; dall’altra parte fare spazio ad un fratello nella mia vita e poi costruire comunione, perdonato, è la scommessa sulla quale giocare la nostra esistenza e sulla quale impostare il percorso della nostra vita”. Con queste parole il vescovo, monsignor Serafino Parisi, delegato Cec alle Comunicazioni Sociali e Cultura, ha concluso l’omelia della santa Messa, da lui presieduta nel Santuario della Madonna di Dipodi in occasione del Giubileo diocesano della comunicazione, degli operatori sanitari e dei catechisti Partendo dalle letture del giorno, il Vescovo ha sottolineato come “questi brani siano davvero significativi per il nostro itinerario quaresimale perché ci chiedono di metterci dentro questa prospettiva di Dio che vuole dinamicamente coinvolgerci dentro il suo modo d’essere, dentro il suo stile, che chiede al figlio di accettare volontariamente di donare la vita, dunque, di morire, perché tutti noi possiamo vivere”. “Il Signore – ha fatto notare monsignor Parisi – predispone la nostra esistenza perché possa essere interpretata lungo questa linea di gratuità, lungo la linea dell’esclusione della gelosia, cioè del fatto di sentirsi discriminato dagli altri e invece bisogna riflettere su un allargamento di prospettive che prevedono una morte mia per far vivere l’altro. E questa è la logica della Croce” quel mistero di Dio “che è la vita di Gesù, nostro fratello, che decide di morire perché noi possiamo vivere ed agli occhi del Padre essere considerati tutti come figli amati. Questo è il grande esercizio che siamo chiamati a compiere: l’esercizio del perdono. E che cos’è il perdono se non un morire a noi stessi? Mettere da parte la superbia alle pretese, perché l’altro che deve essere perdonato possa vivere e, in questo modo, generare la vita anche in me che perdono, quando tocca a me, perché poi mi capiterà pure essere perdonato dall’altro e, quindi, essere accolto nello spazio esistenziale dell’altro e sarà in quel caso il mio turno”. Nelle relazioni dei fratelli di Giuseppe, ha sottolineato il Vescovo “facciamo l’esperienza concreta, non a parole, della presenza dell’altro nella mia vita, nei miei spazi, all’interno della realtà che io magari prima dominavo da solo e che invece adesso mi chiede di fare spazio all’altro. Quando un fratello entra nello spazio vitale, nell’universo esistenziale di uno di noi, o muore qualche cosa di noi o muore lui. Poi si può decidere di non ammazzarlo e di buttarlo in un pozzo nel deserto, come nel caso di Giuseppe, ma due interi non ci possono stare. Per cui ci si mentalizza con questo brano del Vangelo che intanto pronunciare la parola fratello, dire che un altro entra nella mia vita e nel mio spazio, a volte è un esercizio retorico per nascondere la insignificanza delle parole che pronunciamo perché non sono corrispondenti alla vita che interpretiamo”. Per monsignor Parisi, poi, “la logica di Dio è sempre quella e c’è una parola di speranza per tutti. La salvezza – perché noi siamo quelli che complichiamo la storia, non quelli che la salviamo – è già operativa, il Signore l’ha già offerta a tutti noi da sempre. In Gesù Cristo morto e risorto l’hastoricamente realizzata ma la salvezza è già operativa. E dato che questa salvezza, la forza della salvezza, il dinamismo della redenzione dell’umanità non si può bloccare per nessun motivo, se tu non fai fruttificare quella vigna dovrai fare spazio a un altro al quale sarà consegnata perché la salvezza del Signore deve, vuole e può e deve produrre frutto”. Prima della Santa Messa, padre Rocco Spagnolo, superiore generale dei missionari dell’evangelizzazione, che da quattro anni ha una web Tv, ha offerto una riflessione per la liturgia penitenziale soffermandosi sulla comunicazione come apostolato perché bisogna “raccontare il bello che c’è in Calabria. La crescita sociale e civile -ha detto – passa da una buona informazione che oggi deve fare i conti con l’intelligenza artificiale che va applicata in maniera etica” in quanto “etica ed onestà intellettuale fanno da spartiacque tra buona e cattiva informazione. Dietro ogni notizia c’è una persona: le parole sono importanti e bisogna usarle in maniera corretta e rispettosa”. Al termine della santa Messa, infine, ha portato il suo saluto don Davide Imeneo, segretario della commissione cultura e comunicazioni sociali. Saveria Maria Gigliotti The post “Fare spazio ad un fratello nella mia vita e poi costruire comunione, perdonato, è la scommessa sulla quale giocare la nostra esistenza” first appeared on Lamezia Nuova.

Giubileo 2025, In primo piano, La Parola del Vescovo, Vita Diocesana

“Comunicatori di una parola che faccia emergere amore alla vita”

“Come giornalisti, in generale, e come giornalisti cattolici in particolare, non dobbiamo mai perdere un elemento identitario, costitutivo, della nostra visione di fede: il primato della parola. Della parola, non delle chiacchiere. È  la parola significativa che dà al lettore la chiave interpretativa e la possibilità di riflettere.  É vero, oggi viviamo nella cultura dell’immagine, ma cos’ è che rende una foto “anonima” una foto utile che lancia un messaggio ? E’ la parola che ci fa leggere la realtà, che immette un elemento di riflessione” Così il vescovo di Lamezia Terme e delegato Cec per le comunicazioni sociali e la cultura, mons. Serafino Parisi, ha concluso il focus su salute, disabilità e comunicazione, nell’ambito dell’ evento “Curare comunicare”, giubileo diocesano per gli operatori delle comunicazioni sociali, della salute e catechisti, promosso congiuntamente dai tre uffici diocesani in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Calabria e la delegazione calabrese della Fisc. “In tutte  le forme di comunicazione – ha osservato Parisi passando in rassegna le principali dinamiche che hanno cambiate il mondo della comunicazione negli ultimi decenni – da quella tra l’ammalato e il medico, tra un catechista e un ragazzo con disabilità, nell’informazione giornalistica, non dobbiamo mai perdere di vista la potenza espressiva della parola che, anche dentro la fragilità e attraverso la fragilità, fa emergere amore alla vita, la provocazione a continuare a vivere. Sono proprio le parole più fragili e quelle che vengono dal mondo della fragilità ad essere le parole più potenti. Siamo chiamati ad essere comunicatori di una parola che richiama alla voglia di vivere, di una parola – oserei dire – di resurrezione”. “Ogni giornalista, non solo il giornalista credente, dovrebbe intingere nel cuore la penna prima di scrivere qualsiasi cosa”, ha evidenziato il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri sottolineando come “la nostra carta deontologica è in linea con la visione cristiana, a prescindere se il giornalista sia credente o meno. Il dovere di informare non può mai tollerare l’offesa degli altri o il mancato rispetto della dignità altrui. Alla rincorsa spasmodica a chi arriva prima e al “click in più”, anche a costo di raccontare sciocchezze, il giornalista risponde con gli strumenti dell’etica e della professionalità. Intingere la penna nel cuore significa saper cogliere, anche nelle situazioni più negative, quella scintilla positiva che fa capire che non è tutto nero”. Per il delegato FISC Calabria don Enzo Gabrielli, “il giornalista cattolico non è “meno giornalista” degli altri, anzi deve fare uno sforzo in più per raccontare la realtà da un punto di vista cristiano senza fare discorsi, per così dire, “da sacrestia”.  Dobbiamo parlare non solo a chi è credente praticante, ma anche a chi sta sulla soglia della Chiesa. Nonostante il numero delle presenze in chiesa a volte può farci scoraggiare, in Italia c’è ancora grande attenzione per ciò che racconta la Chiesa e per come lo racconta. Come giornali cattolici calabresi, siamo presenti negli organi nazionali della FISC portando il valore aggiunto che viene dalla nostra calabresità”. Introducendo l’incontro, il direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali Saveria Maria Gigliotti ha sottolineato la scelta di vivere in comunione con gli altri due uffici l’evento giubilare perché “è proprio quando siamo chiamati a raccontare la malattia, la fragilità e la disabilità che come giornalisti siamo chiamati a misurarci con la sfida di una comunicazione che rispetti la persona e la sua dignità”. Rispetto della persona e della sua dignità richiamato anche dal direttore dell’ufficio di pastorale per la salute don Francesco Farina,  che ha parlato del “tempo della comunicazione come tempo di cura” e della relazione personale come elemento centrale dell’alleanza di cura tra medico e paziente. Ha sottolineato l’attenzione per la pastorale delle persone con disabilità il direttore dell’ufficio catechistico don Antonio Brando, che ha ricordato la partecipazione della diocesi lametina agli incontri di formazione  regionali con 71 catechisti, tra le più numerose tra le diocesi calabresi. “Noi catechisti – ha rimarcato Brando – dobbiamo creare un ponte tra la comunità ecclesiale e la famiglia, promuovendo un dialogo aperto e un cammino condiviso. Coinvolgere i genitori e i familiari significa riconoscere a loro, il ruolo centrale nell’accompagnare la crescita nella fede dei loro figli”. Salvatore D’Elia   The post “Comunicatori di una parola che faccia emergere amore alla vita” first appeared on Lamezia Nuova.

Giubileo 2025, In primo piano, Vita Diocesana

Giubileo diocesano per gli operatori della comunicazione, salute e catechisti al Santuario di Dipodi

Con l’evento “Curare comunicare”, in programma venerdì 21 marzo a partire dalle 15 al santuario diocesano della Madonna di Dipodi, gli uffici per le comunicazioni sociali, pastorale della salute e catechistico della diocesi di Lamezia Terme promuovono un evento giubilare per gli operatori delle comunicazioni sociali, della salute e i catechisti della chiesa lametina. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Calabria e la delegazione calabrese della Fisc. Il programma avrà inizio alle 15 con un focus su salute, disabilità e comunicazione che sarà introdotto dai saluti di mons. Serafino Parisi delegato della Conferenza Episcopale Calabra per le comunicazioni sociali e la cultura, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, il delegato Fisc Calabria don Enzo Gabrieli. Seguiranno gli interventi dei rappresentanti dei tre uffici diocesani promotori. Alle 17 la liturgia penitenziale presieduta da padre Rocco Spagnolo, superiore generale dei missionari dell’evangelizzazione. A conclusione dell’evento, il vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi presiederà la celebrazione eucaristica. Nel messaggio per la LIX giornata mondiale delle comunicazioni sociali, nel contesto dell’anno giubilare, Papa Francesco ha esortato gli operatori della comunicazione a “cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanità” dando “spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati: nella speranza delle madri che ogni giorno pregano per rivedere i propri figli tornare dalle trincee di un conflitto; nella speranza dei padri che migrano tra mille rischi e peripezie in cerca di un futuro migliore; nella speranza dei bambini che riescono a giocare, sorridere e credere nella vita anche fra le macerie delle guerre e nelle strade povere delle favelas.” Da qui l’invito del Pontefice a “essere testimoni e promotori di una comunicazione non ostile, che diffonda una cultura della cura, costruisca ponti e penetri nei muri visibili e invisibili del nostro tempo”. Salvatore D’Elia   The post Giubileo diocesano per gli operatori della comunicazione, salute e catechisti al Santuario di Dipodi first appeared on Lamezia Nuova.

Attualità, Chiesa, In primo piano, Vita Diocesana

La donna nella società e nella vita cristiana

Un momento di riflessione e dialogo ha animato la Parrocchia di Santa Maria Goretti, che ha ospitato un incontro dedicato al ruolo della donna nella società e nella vita cristiana. L’evento, ispirato al libro “Sei Unica” di Papa Francesco, ha rappresentato un’importante occasione per esplorare il cosiddetto “genio femminile” e il suo impatto nel mondo contemporaneo. Un’ispirazione che parte dal Vangelo. Il libro “Sei Unica”, nel quale Papa Francesco raccoglie pensieri e testimonianze sul valore della donna, ha fatto da filo conduttore all’incontro. Attraverso le parole del Pontefice, si è discusso di come il contributo femminile sia essenziale non solo nella famiglia e nella Chiesa, ma anche nei vari ambiti della società. Il parroco, don Pino Angotti, ha aperto l’evento con un messaggio di accoglienza: “Dio ha donato alla donna una sensibilità e una forza straordinarie, e il nostro compito è valorizzare questo dono affinché possa portare frutto nella vita di tutti.” L’incontro ha visto la partecipazione di donne lavoratrici, educatrici, volontarie, madri, tutte accomunate dalla volontà di condividere le proprie esperienze e sfide quotidiane. Alcune hanno raccontato il loro impegno nel sociale e nella comunità parrocchiale, mentre altre hanno testimoniato la loro fede come motore di cambiamento e speranza. Un momento particolare è stato l’intervento di Flavia Medici, professionista nel settore della comunicazione e del marketing ma anche catechista della parrocchia di Santa Maria Goretti che ha sottolineato come il Vangelo stesso offra numerosi esempi di donne protagoniste: Maria, Maddalena, Marta e tante altre figure femminili sono state fondamentali nella storia della salvezza. Questo ci ricorda che il ruolo della donna nella Chiesa non è marginale, ma essenziale. L’incontro si è concluso con un appello alla consapevolezza e all’azione: riconoscere e valorizzare il contributo delle donne nella società e nella Chiesa è un impegno di tutti. La comunità di Santa Maria Goretti si è detta entusiasta di poter ospitare altri momenti di dialogo e formazione su questi temi, affinché il messaggio di inclusione e rispetto possa continuare a diffondersi. Come ha ricordato Papa Francesco nel suo libro, “Ogni donna è unica, insostituibile e portatrice di una luce speciale”: un concetto che questa iniziativa ha voluto rendere ancora più vivo e concreto nella quotidianità della comunità. La comunità parrocchiale di Santa Maria Goretti The post La donna nella società e nella vita cristiana first appeared on Lamezia Nuova.

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Il Rinnovamento nello Spirito ha celebrato la “festa del ringraziamento”

Il 14 marzo 2002 è una giornata storica per il Rinnovamento nello Spirito Santo di tutta Italia: è il giorno in cui il movimento riceve l’approvazione ecclesiale da parte della Cei e del Santo Padre Giovanni Paolo II. Ed oggi, a distanza di 23 anni da quella data, tutte le comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo di Lamezia Terme, in concomitanza con tutte le diocesi d’Italia, si sono riunite nella Rettoria Santa Chiara per celebrare insieme la “festa del ringraziamento”. La giornata è iniziata con la preghiera comunitaria carismatica, seguita da una catechesi del coordinatore nazionale del movimento, Rosario Sollazzo, che con grande amore e parresia ha invitato ciascun fratello, le comunità insieme, ad uscire dalle proprie comodità per ridare a tutti la vera speranza che ha un volto e un nome: quello di Gesù di Nazareth! La mattinata si è conclusa con la celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo, monsignor Serafino Parisi, il quale, partendo dalla liturgia del giorno, con affetto paterno, ha ricordato all’assemblea la fedeltà di Dio e l’alleanza che Egli ha stipulato con ciascuno di noi, assicurandoci, per mezzo della fede, un futuro pieno di speranza. Nel pomeriggio i coordinatori delle diverse comunità presenti sul territorio hanno condiviso tutta la bellezza, la gioia e la grazia di vedere Dio all’opera ogni giorno nelle loro comunità e nelle vite di tutti coloro che si aprono a Lui. La giornata si è conclusa davanti a Gesù in Adorazione Eucaristica, tempo speciale e di grande benedizione per i presenti. Paolo VI, in un discorso ai rappresentati del Rinnovamento, nel lontano 1975, definì il Rinnovamento una “chance per la Chiesa e per il mondo” e questo vuole continuare ad essere il RnS della diocesi di Lamezia Terme: un dono per tutti e per ciascuno. Raffaella Del Giudice (RnS Lamezia Terme) The post Il Rinnovamento nello Spirito ha celebrato la “festa del ringraziamento” first appeared on Lamezia Nuova.

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La vita attraverso un dono

Nei giorni scorsi, nel salone della Parrocchia San Francesco di Paola, si è svolto il Convegno dal titolo “La vita attraverso un dono”, organizzato dal Gruppo Giovanile della stessa Parrocchia, sul tema della donazione degli organi. Le attività del convegno sono state introdotte da Gianluca Persico che ha illustrato quanto svolto durante l’anno dai giovani della parrocchia e ha spiegato che l’idea di organizzare un convegno aperto alla comunità è nata a seguito di un incontro sul tema al quale i giovani avevano partecipato l’anno scorso ed in cui era stato ospite, in rappresentanza dell’Aido (Associazione Italiana Donatori Organi), Sebastiano Senese. In questa introduzione si è fatto riferimento anche ad un libro messo a disposizione per l’occasione da Mimmo Famularo “Na guccia d’acqua…” pubblicato nel 2012 per un altro evento da lui organizzato sul tema, che si tenne a Sambiase. Il libro è una raccolta in vernacolo lametino di quasi ottocento tra detti, proverbi, indovinelli e filastrocche raccolte durante l’esperienza lavorativa nella scuola di Gabella da sua madre Gina Mamertino, che ricevette un trapianto di fegato. Nel libro sono presenti due prefazioni: la prima scritta da Matteo Donataccio, il medico che seguì la mamma in questo percorso, che ha descritto l’ancestrale paura dell’uomo per l’ignoto e per la malattia e la speranza che lo sviluppo della medicina ha dato, anche attraverso il trapianto degli organi; la seconda scritta da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che definisce la donazione degli organi l’atto di amore più grande che può essere fatto, paragonandolo alla morte in croce di Gesù che ci ha donato il suo corpo ed il suo sangue come viene ricordato nella celebrazione Eucaristica. Facendo riferimento a queste profonde prefazioni del libro, Gianluca Persico ha evidenziato come scienza e fede, in questa apparente contrapposizione che hanno in termini di metodi ed approcci, in realtà si mescolano e convivono soprattutto nei momenti che vivono i familiari ai quali viene chiesto il consenso per l’espianto, dove la medicina può essere veicolo tecnico per dare speranza ad altre famiglie e la fede viene vissuta in maniera intensa con la preghiera sia nella famiglia del donatore che nelle famiglie di chi è in attesa di trapianto. Da questa riflessione, Gianluca Persico ha concluso il suo intervento dicendo che forse non era un caso che per un convegno sulla donazione degli organi, tema con molti tratti riguardanti la medicina e la scienza, si sia scelto un luogo legato strettamente alla fede. Moderatore del convegno è stato Giuseppe De Fazio, che ha dapprima presentato gli ospiti auspicando che le testimonianze rese avrebbero portato ad una maggiore consapevolezza su un argomento di cui si parla, forse, troppo poco, citando le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”. Il primo intervento è stato quello di Sebastiano Senese, presidente dell’Aido Intercomunale “Letizia Senese”, partendo dalla visione di un toccante film reportage sulla storia di sua figlia Letizia che ha compiuto, con la donazione degli organi, un “sublime gesto d’amore”. In particolare, il video riguardava la messa in onda di una puntata del programma televisivo “Alive” andato in onda su Rete 4 nel 2013, girata a San Pietro a Maida, appunto, sulla tragica scomparsa di Letizia Senese, la cui vita si è intrecciata indissolubilmente con le vite delle persone che hanno ricevuto i suoi organi ed in particolare nel video si parla della storia di Pino, calabrese anche lui, che ha ricevuto i reni di Letizia ritornando ad una vita normale dopo anni di dialisi e paura per il futuro. Il racconto di Senese ha puntato l’attenzione sul fatto che nelle situazioni difficili in cui le famiglie si trovano a decidere se acconsentire o meno alla donazione, scegliere di negare il consenso significa, oltre a perdere comunque il proprio caro, togliere la speranza a molte altre persone che avrebbero potuto ricevere gli organi. Era presente anche la presidente della sezione Aido di Lamezia Terme, Alessia Serra, che ha raccontato la propria esperienza, vissuta con la perdita della sorella Olga, anche lei donatrice, condividendo i sentimenti provati da Sebastiano e da lui raccontati. Il Convegno è proseguito con l’intervento di Graziella Perri, pneumologa presso l’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, che ha affrontato il tema dal punto di vista medico spiegando le procedure che vengono messe in atto in caso che si manifestino le condizioni perché ai familiari possa essere chiesto l’assenso alla donazione. Perri ha parlato anche della propria esperienza essendo stata lei stessa donatrice, vivente, di parte del proprio fegato a sua figlia di pochi mesi di vita, cui era stata diagnosticata una rara malattia che non le avrebbe consentito una vita normale oltre a prefigurare epiloghi ben più gravi. Ha, poi, spiegato che nella sfortuna di questa vicenda, la sua può considerarsi una storia a lieto fine in quanto non in tutti i casi simili a questo si manifestano tutte le condizioni per consentire questo tipo di intervento. Molto toccante e commovente è stata la frase detta da Perri che ha sottolineato come sua figlia festeggi adesso due compleanni: quello anagrafico e quello coincidente con la data del trapianto. L’ultimo intervento dei relatori è stato quello di Giuseppe Isabella, presidente dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), che ha trattato il tema dal punto di vista giuridico analizzando le normative vigenti in materia di prelievi e trapianti di organi e tessuti, spiegando che l’Italia ha leggi in questo settore molto stringenti a tutela dei donatori e dei riceventi e illustrando le modalità previste per esprimere il consenso: mediante l’Asl di riferimento o il proprio medico di famiglia compilando un apposito modulo; attraverso l’iscrizione all’Aido i cui dati confluiscono direttamente nel Sit (Sistema italiano trapianti); con una dichiarazione scritta conservata tra i documenti personali o al momento del rinnovo della carta d’identità. L’avvocato ha poi parlato dell’esperienza vissuta in famiglia tramite la sorella che

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