Nei giorni scorsi, nel salone della Parrocchia San Francesco di Paola, si è svolto il Convegno dal titolo “La vita attraverso un dono”, organizzato dal Gruppo Giovanile della stessa Parrocchia, sul tema della donazione degli organi. Le attività del convegno sono state introdotte da Gianluca Persico che ha illustrato quanto svolto durante l’anno dai giovani della parrocchia e ha spiegato che l’idea di organizzare un convegno aperto alla comunità è nata a seguito di un incontro sul tema al quale i giovani avevano partecipato l’anno scorso ed in cui era stato ospite, in rappresentanza dell’Aido (Associazione Italiana Donatori Organi), Sebastiano Senese. In questa introduzione si è fatto riferimento anche ad un libro messo a disposizione per l’occasione da Mimmo Famularo “Na guccia d’acqua…” pubblicato nel 2012 per un altro evento da lui organizzato sul tema, che si tenne a Sambiase. Il libro è una raccolta in vernacolo lametino di quasi ottocento tra detti, proverbi, indovinelli e filastrocche raccolte durante l’esperienza lavorativa nella scuola di Gabella da sua madre Gina Mamertino, che ricevette un trapianto di fegato. Nel libro sono presenti due prefazioni: la prima scritta da Matteo Donataccio, il medico che seguì la mamma in questo percorso, che ha descritto l’ancestrale paura dell’uomo per l’ignoto e per la malattia e la speranza che lo sviluppo della medicina ha dato, anche attraverso il trapianto degli organi; la seconda scritta da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che definisce la donazione degli organi l’atto di amore più grande che può essere fatto, paragonandolo alla morte in croce di Gesù che ci ha donato il suo corpo ed il suo sangue come viene ricordato nella celebrazione Eucaristica. Facendo riferimento a queste profonde prefazioni del libro, Gianluca Persico ha evidenziato come scienza e fede, in questa apparente contrapposizione che hanno in termini di metodi ed approcci, in realtà si mescolano e convivono soprattutto nei momenti che vivono i familiari ai quali viene chiesto il consenso per l’espianto, dove la medicina può essere veicolo tecnico per dare speranza ad altre famiglie e la fede viene vissuta in maniera intensa con la preghiera sia nella famiglia del donatore che nelle famiglie di chi è in attesa di trapianto. Da questa riflessione, Gianluca Persico ha concluso il suo intervento dicendo che forse non era un caso che per un convegno sulla donazione degli organi, tema con molti tratti riguardanti la medicina e la scienza, si sia scelto un luogo legato strettamente alla fede. Moderatore del convegno è stato Giuseppe De Fazio, che ha dapprima presentato gli ospiti auspicando che le testimonianze rese avrebbero portato ad una maggiore consapevolezza su un argomento di cui si parla, forse, troppo poco, citando le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”. Il primo intervento è stato quello di Sebastiano Senese, presidente dell’Aido Intercomunale “Letizia Senese”, partendo dalla visione di un toccante film reportage sulla storia di sua figlia Letizia che ha compiuto, con la donazione degli organi, un “sublime gesto d’amore”. In particolare, il video riguardava la messa in onda di una puntata del programma televisivo “Alive” andato in onda su Rete 4 nel 2013, girata a San Pietro a Maida, appunto, sulla tragica scomparsa di Letizia Senese, la cui vita si è intrecciata indissolubilmente con le vite delle persone che hanno ricevuto i suoi organi ed in particolare nel video si parla della storia di Pino, calabrese anche lui, che ha ricevuto i reni di Letizia ritornando ad una vita normale dopo anni di dialisi e paura per il futuro. Il racconto di Senese ha puntato l’attenzione sul fatto che nelle situazioni difficili in cui le famiglie si trovano a decidere se acconsentire o meno alla donazione, scegliere di negare il consenso significa, oltre a perdere comunque il proprio caro, togliere la speranza a molte altre persone che avrebbero potuto ricevere gli organi. Era presente anche la presidente della sezione Aido di Lamezia Terme, Alessia Serra, che ha raccontato la propria esperienza, vissuta con la perdita della sorella Olga, anche lei donatrice, condividendo i sentimenti provati da Sebastiano e da lui raccontati. Il Convegno è proseguito con l’intervento di Graziella Perri, pneumologa presso l’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, che ha affrontato il tema dal punto di vista medico spiegando le procedure che vengono messe in atto in caso che si manifestino le condizioni perché ai familiari possa essere chiesto l’assenso alla donazione. Perri ha parlato anche della propria esperienza essendo stata lei stessa donatrice, vivente, di parte del proprio fegato a sua figlia di pochi mesi di vita, cui era stata diagnosticata una rara malattia che non le avrebbe consentito una vita normale oltre a prefigurare epiloghi ben più gravi. Ha, poi, spiegato che nella sfortuna di questa vicenda, la sua può considerarsi una storia a lieto fine in quanto non in tutti i casi simili a questo si manifestano tutte le condizioni per consentire questo tipo di intervento. Molto toccante e commovente è stata la frase detta da Perri che ha sottolineato come sua figlia festeggi adesso due compleanni: quello anagrafico e quello coincidente con la data del trapianto. L’ultimo intervento dei relatori è stato quello di Giuseppe Isabella, presidente dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), che ha trattato il tema dal punto di vista giuridico analizzando le normative vigenti in materia di prelievi e trapianti di organi e tessuti, spiegando che l’Italia ha leggi in questo settore molto stringenti a tutela dei donatori e dei riceventi e illustrando le modalità previste per esprimere il consenso: mediante l’Asl di riferimento o il proprio medico di famiglia compilando un apposito modulo; attraverso l’iscrizione all’Aido i cui dati confluiscono direttamente nel Sit (Sistema italiano trapianti); con una dichiarazione scritta conservata tra i documenti personali o al momento del rinnovo della carta d’identità. L’avvocato ha poi parlato dell’esperienza vissuta in famiglia tramite la sorella che