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In primo piano, La Parola del Vescovo, Vita Diocesana

Il 6 settembre arrivo reliquia San Teodoro

L’Anno giubilare, ormai alle porte, farà vivere alla Chiesa intera un tempo carico di “Grazia”, e – senza alcun dubbio – lo donerà alla comunità santeodorenze di lamezia che avrà anche modo di scrivere importanti pagine della sua storia, proprio grazie al dono di un frammento del corpo del soldato martire San Teodoro, loro santo patrono. L’accoglienza del sacro frammento delle spoglie del santo martire Teodoro sarà resa ufficiale con la celebrazione liturgica prevista il prossimo venerdì 6 settembre, alle ore 11.00, nella chiesa di s Domenico, alla presenza delle autorità civili, religiose e delle forze militari dell’E.l. che affideranno al loro protettore la preparazione della giornata giubilare programmata per il prossimo 8-9 febbraio 2025, a Roma. La presidenza della celebrazione eucaristica sarà officiata dal vescovo della Diocesi lametina, Mons Serafino Parisi, e concelebrata da altri religiosi e sacerdoti. Come ogni anno, nella prima domenica di settembre, a Brindisi si festeggiano i patroni san Lorenzo e san Teodoro, questi è il primo patrono. Egli è stato un soldato (forse generale) proveniente dalla Turchia le cui spoglie, secondo alcune ricostruzioni storiche, furono donate alla città brindisina da Federico II, in occasione del matrimonio con Isabella di Brienne nella Cattedrale. Ai festeggiamenti hanno partecipato fedeli di altre comunità della diocesi lametina, ma soprattutto ne hanno preso parte molti fedeli della Parrocchia di S. Teodoro. La folta delegazione santeodorocense, insieme al loro parroco, don Antonio Fiozzo, hanno anche incontrato l’Arcivescovo della Diocesi brindisina, Mons. Giovanni Intini, al quale hanno consegnato una miniatura di San Teodoro e una medaglia commemorativa, coniata per l’occasione dell’accoglienza della reliquia di primo grado del loro patrono e protettore ( accoglienza programmata per venerdì 6 settembre p. v.) che lo stesso Arcivescovo – viste le motivazioni pastorali descritte nell’istanza sottoscritta dal vescovo della Diocesi lametina, Mons. Serafino Parisi – ha donato alla comunità parrocchiale di S. Teodoro che si prepara all’ormai vicino Anno Giubilare ordinario, il venticinquesimo della Chiesa Cattolica, che ha come messaggio centrale «la speranza non delude» (Rm 5,5). Speranza fondata sull’amore di Cristo e di cui testimoni convincenti sono i santi e, sopra tutti, i martiri. Infatti, nella Bolla d’indizione all’Anno Santo, Spes non confundit, Papa Francesco parla delle difficoltà e delle sfide che nell’attuale momento storico la famiglia umana deve fronteggia e invita tutti a guardare l’esempio carico di speranza dei martiri: “La testimonianza più convincente di tale speranza ci viene offerta dai martiri, che, saldi nella fede in Cristo risorto, hanno saputo rinunciare alla vita stessa di quaggiù pur di non tradire il loro Signore. Essi sono presenti in tutte le epoche e sono numerosi, forse più che mai, ai nostri giorni, quali confessori della vita che non conosce fine. Abbiamo bisogno di custodire la loro testimonianza per rendere feconda la nostra speranza”. E tra la schiera dei santi martiri vi troviamo anche San Teodoro, a cui nei tempi passati sono state dedicate molte chiese. Come anche la storica chiesa parrocchiale del rione più antico della Diocesi lametina.   don Antonio Fiozzo The post Il 6 settembre arrivo reliquia San Teodoro first appeared on Lamezia Nuova.

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“Chiamati, come Maria, ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita e a regalarlo all’umanità”

“Partecipare alla Comunione, mangiare lo stesso Pane che è il Corpo di Gesù vuol dire essere chiamati, proprio come Maria, ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita, nella nostra carne, e a regalarlo all’umanità. E come regaliamo Gesù all’umanità? Entrando nel mondo e nella storia con la forza della speranza, vivendo come testimoni di amore, di giustizia, di gioia”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi che, nel giorno della festa della Madonna della Quercia di Visora, ha presieduto il solenne pontificale nella basilica minore di Conflenti. “Noi veniamo ai piedi della Madonna di Visora – ha proseguito Parisi – con le nostre attese, le nostre speranze, le nostre preoccupazioni. Noi veniamo qui per consegnare al Padre, attraverso le mani della Madre, le nostre preghiere: penso a chi ha una malattia, a chi ha perso il lavoro, a chi attende giustizia, a chi ha perso la pace in famiglia.  Certamente il Signore accoglie il nostro grido che viene dal bisogno, ma noi veniamo qui soprattutto perché c’è Lui, il Signore, che ci convoca, che ci chiede di  riunirci in una sola famiglia vivendo nella logica dell’amore, per  donare agli altri e accogliere dagli altri ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto: l’amore di Dio”. Soffermandosi sulla liturgia della ventunesima domenica del tempo ordinario, il presule ha sottolineato come “anche noi siamo convocati da una forza attrattiva che viene dal Signore Gesù, dalla sua Parola, capace di riunire insieme persone diverse da posti diversi. Ma questa attrazione deve poi diventare una decisione. Noi credenti siamo chiamati a una scelta, come quella che Giosuè chiede al popolo, come quella che Gesù chiede ai suoi apostoli nel Vangelo di oggi. Siamo convocati da Gesù perché, mangiando il suo corpo e il suo sangue, noi vogliamo vivere la sua stessa donazione, il suo stesso servizio. Ecco perché Gesù pone quella domanda ai suoi apostoli: volete andarvene anche voi? Fate anche voi una scelta. Tante persone seguivano Gesù perché – come dice Gesù stesso – vedendo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, pensavano di aver risolto tutti i problemi della loro esistenza. Ma quel pane è un segno che rimanda a Gesù, che dice: “io sono il Pane della Vita”. Il segno del pane è indicazione di un’esistenza donata totalmente per amore”. “Uscendo da qui, dentro le nostre difficoltà, dobbiamo poter gridare al mondo la nostra gioia – ha concluso il vescovo Parisi – la gioia di una vita appagata, risolta. La gioia vera che viene dal Signore che ci è vicino e non ci abbandona mai. Auguro a tutti voi di poter essere giorno per giorno, nel mondo, portatori di gioia, della nostra gioia. E poi il passo successivo che è la cosa più bella: essere capaci di gioire della gioia degli altri, essere felici quando l’altro è felice.”. S.D. The post “Chiamati, come Maria, ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita e a regalarlo all’umanità” first appeared on Lamezia Nuova.

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“Solennità Assunzione punto arrivo nostra professione di fede”

“La solennità dell’assunzione di Maria per noi credenti è come l’indicazione del punto di arrivo della nostra professione di fede, della nostra vita. Il Signore nella Assunzione di Maria ci indica la meta della nostra speranza”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, durante la celebrazione della santa Messa al Santuario di Dipodi nel giorno della vigilia della festa dell’Assunzione. “All’inizio del compimento della storia della salvezza – ha aggiunto il Vescovo – , subito dopo Cristo, collegata a Cristo c’è la Vergine Maria. Ecco perché ci viene indicata questa meta della nostra speranza: è praticamente il compimento del desiderio vero, autentico dell’umanità. Perché noi credenti non abbiamo altri desideri autentici se non quelli che sono riassunti nell’unica grande aspirazione di essere in Dio. La nostra vicenda è chiusa dentro questo grande abbraccio: noi veniamo dall’amore di Dio, tendiamo verso l’amore di Dio, viviamo per amore, per la Misericordia di Dio e saremo domani in Dio, dentro il mistero del suo amore. Questa è la grandezza della solennità che noi celebriamo questa sera. Maria, che dopo Cristo è la prima delle creature che già si trova dentro la condizione nella quale anche noi un giorno – lo speriamo – ci troveremo: ecco la nostra meta. Nella visione Cristiana Cattolica, non di quelli che si autoproclamano come i cattolicissimi della domenica, esiste un impegno quotidiano, storico, concreto dentro questa realtà perché il Signore ha scelto, attraverso la Vergine Maria, di diventare uomo, ossia uno di noi. Non ha disprezzato di venire dentro la carne dell’umanità per dire alla carne dell’umanità, cioè, ad ognuno di noi, che c’è la possibilità della redenzione, della salvezza, dentro quell’intreccio tra la fede, la speranza e la carità. È un intreccio di fede fondata sulla resurrezione del Crocifisso, di quella speranza di essere in Dio. Ma la speranza del nostro futuro si costruisce giorno per giorno dentro la nostra realtà attraverso il mistero grande della carità. Quindi, la nostra esistenza credente è intessuta così: da una parte c’è la fede, dall’altra parte c’è la speranza tenute insieme dalla carità. “Oggi – ha proseguito monsignor Parisi – è il 14 agosto e la Chiesa ricorda la memoria di San Massimiliano Kolbe. Una delle frasi più belle, più espressive della vita di San Massimiliano Kolbe è ‘solo l’amore crea’. Cioè, noi abbiamo la possibilità di generare storia nuova attraverso il servizio della carità, mettendo dentro la nostra vita tutte quelle connessioni di amore che sanno davvero fare l’umanità nuova, bella, proprio con quella caratteristica che è il segno distintivo di Dio che è la gioia. È la gioia del Vangelo, che è lieta notizia, buona novella, cioè annuncio di gioia. Il segno distintivo di noi cristiani, quindi, è la gioia che vuol dire una vita piena, gratificata, risolta, riuscita. Ciò non vuol dire che non ci siano le difficoltà, che non ci siano i problemi, la sofferenza, il dolore. Vuol dire che nel mistero di Dio, con la forza della fede, dentro l’orizzonte della speranza che ci impegna a vivere il tempo presente nella carità, anche le situazioni difficili possono essere illuminate e affrontate: proprio come quella lotta tra il drago e la donna di cui parla l’Apocalisse, tra il bene e il male che può essere affrontata con quella stessa forza che fa vincere sempre, che fa nascere quella novità che viene da Dio. “Ciò che viene da Dio – ha concluso il Vescovo – per noi uomini è parola di speranza, di vita, di gioia. Ecco perché guardando alla Vergine Maria io invito tutti a lavorare concretamente nella storia con la forza della Carità perché l’amore, solo l’amore crea, solo l’amore crea storia nuova, possiamo dire solo l’amore crea umanità gioiosa e l’umanità che gioisce già gusta un po’ di Paradiso”.   Saveria Maria Gigliotti The post “Solennità Assunzione punto arrivo nostra professione di fede” first appeared on Lamezia Nuova.

Caritas

Pubblicato il report della Caritas diocesana sulle povertà e risorse 2023

  “I dati raccolti ci confermano che la povertà assume sempre più le vesti di un fenomeno complesso e dalle mille sfaccettature, spesso sostenuto pure da strutture sociali che si autoalimentano.Tra gli esempi più significativi si evidenzia la necessità di beni materiali, che continuano a costituire la richiesta più alta ai Centri di ascolto diocesani, sostenuta anche dall’elevata diffusione di lavori che non permettono un livello di vita dignitoso”. Questo uno dei passaggi chiave tratto dall’introduzione del vescovo, monsignor Serafino Parisi, al “Report della Caritas Diocesana di Lamezia Terme sulle povertà e risorse 2023” che, curato dal direttore della Caritas diocesana, don Fabio Stanizzo, ha raccolto i dati relativi alle povertà ed ai bisogni del territorio grazie anche ad una indagine effettuata dalla stessa Associazione, che ha visto impegnate pure le singole parrocchie, e che ha permesso di avere informazioni dettagliate sullo stato dell’arte contenute nella pubblicazione, edita da GrafichÈditore. Tra i dati riportati nel dossier, emerge che nel 2023, nelle parrocchie si contano 1775 famiglie richiedenti aiuto, per un totale di 5228 persone assistite di cui: 3505 italiani e 1723 stranieri. Inoltre, le famiglie che si rivolgono alle parrocchie diocesane chiedono soprattutto aiuto in generi alimentari, contributi economici per spese sanitarie, farmaci e visite specialistiche, utenze domestiche e affitto. Molto importante per la sua natura è il bisogno immateriale che, seppur minimo in termini numerici, evidenzia il problema della solitudine, in forte aumento, soprattutto presso gli anziani.   Ecco perché, “mentre sempre continua a sperare nell’obiettivo di non dover più erogare certi servizi, perché non più necessari – afferma ancora monsignor Parisi – , la nostra Comunità ecclesiale intende interessarsi della condizione di tutti ed essere capace di leggere i fenomeni sociali in mezzo ai quali è chiamata ad essere testimone dell’amore di Dio. Nel farlo, punto di riferimento certo e attendibile criterio di lettura restano sempre i diritti fondamentali dell’uomo e l’inalienabile valore evangelico della dignità di ogni persona. Pertanto, l’osservazione non si esaurisce certamente in uno sterile esercizio tecnico, ma è orientata ad una maggiore difesa dei diritti e all’advocacy”. Entrando ancora nel merito dei dati raccolti, emerge, ad esempio, che nel 2023 si sono rivolte presso i Centri di ascolto della Caritas diocesana 856 persone (391 donne e 465 uomini) tra cui italiane, marocchine, nigeriane, gambesi, irachene, malesi, ucraine, bengalesi, ghanesi, egiziane, romene, pakistane. Passando alle richieste, emerge che nel 2023 il dato prevalente riguarda i beni materiali quali pacchi, viveri, emporio della solidarietà, vestiario, accesso mensa. Numerose anche le richieste di visite mediche e acquisto farmaci come quelle relative agli alloggi (comprendenti ricerca, aiuti economici per affitti, utenze etc etc).   Numeri, statistiche e grafici che, come sottolinea don Marco Pagniello, direttore della Caritas italiana che ha curato le conclusioni della pubblicazione, “hanno volti precisi, parlano di storie concrete che ogni parrocchia custodisce nel cuore della propria esperienza”. Ecco perché in questo cointesto l’idea di dare vita ad un Osservatorio delle povertà e delle risorse della Diocesi che è in fase di realizzazione per stimolare proposte di intervento di contrasto alle difficoltà che insistono sul territorio, per Pagniello “è un valido supporto al servizio degli operatori pastorali, in grado di connettere la conoscenza con l’azione: le situazioni di fragilità, evidenziate in questo testo, spesso interessano i ragazzi che incontriamo in oratorio, le famiglie e i bambini che incrociamo in occasione dei percorsi in preparazione ai sacramenti, coloro che incontriamo durante le celebrazioni e i momenti comunitari. In questa cornice, l’Osservatorio si esprime quale valido strumento per evangelizzare le comunità attraverso il Vangelo incarnato nella carità e la pedagogia dei fatti, promuovendo allo stesso tempo la nascita di nuove forme di servizio e opere segno che rispondono in modo innovativo ai bisogni emergenti”. Parole, quelle di Pagniello, cui fa eco la riflessione di don Fabio Stanizzo che, contestualmente, ricorda che “la raccolta e l’analisi dei dati realizzate attraverso l’Osservatorio non vuole essere un mero elenco di numeri e grafici ma vuole fornire uno spaccato sulle realtà diocesane, e in modo particolare su quella lametina, fatto di persone, storie, famiglie, partendo dall’interlocuzione privilegiata con i poveri attraverso i centri di ascolto diocesani e soprattutto parrocchiali. Dall’analisi narrata nel report si evince che non si tratta solo di povertà e di disagio materiale ed immateriale in forte aumento, ma anche di una povertà delle relazioni, di una povertà della ‘consapevolezza’ dell’essere detentori di importanti diritti”.   Saveria Maria Gigliotti The post Pubblicato il report della Caritas diocesana sulle povertà e risorse 2023 first appeared on Lamezia Nuova.

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“È più bello insieme”, domani in arrivo i bambini ucraini ospiti della Caritas diocesana

Tutto pronto nella Diocesi di Lamezia Terme per accogliere domani sera i 42 bambini e bambine con otto accompagnatori, che, provenienti da Nikopol in Ucraina, trascorreranno quindici giorni di spensieratezza lontano da quel territorio dilaniato dalla guerra. Un gesto di speranza che, come detto dal direttore della Caritas diocesana, don Fabio Stanizzo, in un’intervista a Radio Vaticana, “diventa concretezza” per questi bambini che “hanno perso la casa, i genitori, ma non hanno perso la speranza perché nei loro occhi si legge e si vede il desiderio di continuare a vivere”. Con questo progetto, realizzato anche “per volere del nostro vescovo, monsignor Serafino a Parisi che ci ha incoraggiato ed esortato ad andare avanti – ha aggiunto don Fabio – nel concretizzare questo processo di inclusione, ma allo stesso tempo anche di testimonianza di una reale accoglienza per creare anche la cultura, come ricorda spesso il nostro amato papa Francesco, di prendersi cura dell’altro, vogliamo, in modo concreto, prenderci cura di questi nostri fratelli e sorelle che, meno fortunati di noi, in questo tempo stanno vivendo ancora sotto le bombe e le macerie della guerra”. Nei mesi scorsi, infatti, sono stati tanti i volontari, tra cui anche la comunità ucraina presente in Diocesi, che hanno contribuito alla stesura di un programma di iniziative per far sì che questi bambini possano vivere momenti di comunione e di serenità andando al mare, dove sono stati tanti i lidi che hanno accolto la proposta della Caritas, in Sila e partecipando anche alle varie iniziative che stanno prendendo il via o hanno già preso il via negli oratori con i Grest e l’Estate ragazzi.   Saveria Maria Gigliotti The post “È più bello insieme”, domani in arrivo i bambini ucraini ospiti della Caritas diocesana first appeared on Lamezia Nuova.

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Caritas Lamezia aderisce a progetto “È più bello insieme”, in arrivo 42 bambini ucraini

Anche la Caritas della Diocesi di Lamezia Terme ha aderito all’iniziativa “È più bello insieme”, un programma di vacanze solidali per minori e accompagnatori provenienti da contesti di guerra. Nei giorni scorsi, nel salone della parrocchia di San Giuseppe Artigiano, infatti, alla presenza del direttore della Caritas, don Fabio Stanizzo, si è svolto un incontro organizzativo in previsione dell’arrivo di 42 tra bambini e bambine con otto accompagnatori, che, provenienti da Nikopol in Ucraina, arriveranno a Lamezia Terme il prossimo primo luglio per trascorrere quindici giorni di spensieratezza lontano da quel territorio dilaniato dalla guerra. Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto dal punto di vista organizzativo e logistico pensando ad attività ricreative e di intrattenimento per tutti i bambini, gli adolescenti e gli adulti che li accompagnano, in sinergia con tutti i religiosi, gli operatori e i volontari disponibili e coinvolgendo le comunità locali. Le esperienze di accoglienza vissute l’anno passato sono state estremamente positive e intense e hanno permesso di aiutare bambini e ragazzi nell’elaborazione del trauma della guerra, offrendo loro luoghi sicuri in cui confrontarsi e crescere avendo fiducia in un futuro di pace. È così che il valore umano e sociale che si è sviluppato in questi anni è immenso e può essere sintetizzato negli effetti che ha prodotto in passato sugli accompagnatori, che si trovavano in una condizione delicata e con ruoli sovrapponibili in quanto educatrici, operatrici, ma anche profughe; sui minori, che hanno potuto vivere una vacanza in serenità, e sulle comunità accoglienti che hanno sperimentato la solidarietà e la gratuità, in un processo di condivisione inestimabile. Il programma, avviato nel 2022, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, e sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana ha permesso di accogliere fino ad oggi, in Italia, più di 700 tra minori e adulti accompagnatori che anche quest’anno, dal 15 giugno al 30 agosto consentirà ad altrettanti minori, con i loro accompagnatori, in periodi e luoghi diversi, di trascorrere una vacanza in Italia lontani dalla guerra e dalla difficile condizione che vivono oramai da più di due anni. Il progetto “È più bello insieme” non è solo un progetto di accoglienza ma è una straordinaria occasione di animazione di comunità. Partendo da noi stessi, dalle nostre equipe, dalle nostre delegazioni, siamo chiamati a coinvolgere e a mettere in rete le diverse realtà territoriali: la comunità cittadina, le scuole, i comuni, le associazioni, la comunità ecclesiale (parrocchie, gruppi, movimenti), i giovani e tutte le singole persone intercettate dalle diocesi accoglienti. Il desiderio è che, attraverso la preparazione e poi l’incontro con i bambini e ragazzi, si accompagni la comunità a costruire una fraternità solidale che abbia a cuore il tema della pace, che sappia custodire quel senso profondo dell’umano, che è espressione di carità. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, lo scorso 20 maggio, di fronte all’Assemblea generale dei Vescovi, aveva auspicato la promozione di “azioni solidali” e la definizione di “soluzioni inclusive e realmente incisive, in grado di rafforzare il senso di comunità e di reciproca cura, affinché nessuno sia tagliato fuori o venga lasciato indietro” e che le comunità divengano “luoghi di accoglienza per tutti” perché “è l’accoglienza che allarga anche il cuore e diventa testimonianza di una rinnovata cultura di pace: in questo senso accoglieremo i minori provenienti dall’Ucraina per un’estate di solidarietà”.   Saveria Maria Gigliotti The post Caritas Lamezia aderisce a progetto “È più bello insieme”, in arrivo 42 bambini ucraini first appeared on Lamezia Nuova.

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8xmille, l’importanza di una firma a tutela dei più deboli

                          “Una firma che fa bene anche al nostro territorio”   “La povertà anche nella nostra realtà è in aumento, soprattutto tra gli italiani”. Questo, il dato “allarmante” che emerge dalla Caritas diocesana il cui direttore, don Fabio Stanizzo, sottolinea che gli italiani che si rivolgono alle strutture “sono in aumento. Utilizzando la pandemia come spartiacque – aggiunge -, se prima del Covid gli italiani che venivano da noi per essere aiutati rappresentavano il 20-30%, oggi superano il 50% di presenze all’interno dei servizi che offriamo”. Un dato da non sottovalutare, quindi, che diventa anche una sorta di cartina tornasole per quelle che don Fabio definisce “nuove povertà” o “povertà immateriali”. Infatti, accanto a situazioni di bisogni materiali e/o di solitudine, “ci sono tante povertà immateriali. Penso, ad esempio, ai ‘nuovi poveri’ che non sono solo quelli che non lavorano, ma anche quelli che lavorano e non arrivano a fine mese, oppure chi vive situazioni di famiglia frammentate come i casi di divorzio con il relativo sostegno dei figli e della moglie e che, spesso, non riescono ad arrivare a fine mese. Ai nostri centri di ascolto, ad esempio, si stanno rivolgendo nuove persone, nuove facce della nuova povertà che, purtroppo, è un fenomeno in aumento”. Necessità nuove che si aggiungono alle tante altre necessità che in questi anni la Caritas diocesana ha affrontato cercando di mettersi al servizio dei meno fortunati per “dare risposte ai bisogni che emergono nella nostra realtà”. E questo, come sottolinea don Fabio, “è stato possibile anche grazie alla firma dell’8xmille da destinare alla Chiesa Cattolica. In questi anni è stato grazie anche a chi ha firmato che noi oggi possiamo offrire questi servizi in base ai bisogni della nostra realtà potendo contare su una lettura attenta del territorio che avviene soprattutto tramite le parrocchie, le associazioni, gruppi, ma anche tramite le Istituzioni che, spesso, ci trasferiscono i loro casi”. “Abbiamo cercato di attivare diversi servizi – prosegue il direttore della Caritas – : la mensa, ad esempio, prepara quotidianamente circa 100 pasti tra quelli da asporto e quelli che vengono consumati sul posto; abbiamo un’utenza media di 60-80 docce settimanali e gli stessi che usufruiscono di questo servizio, poi, beneficiano sia del servizio lavanderia e stireria, depositando i loro vestiti per prendersi il cambio dei vestiti nuovi. Non ultima, la convenzione con l’ambulatorio solidale che ospitiamo nei nostri locali che nell’ultimo anno ha fatto circa 2000 visite a persone bisognose che si rivolgono alla Caritas”. All’interno dei locali che ospitano il centro diurno sono state collocate la lavanderia solidale, le docce, il centro vestiario ed una sala destinata ai bambini dove i piccoli possono giocare e consumare i pasti “in un ambiente più accogliente ed a misura di bambino – aggiunge don Fabio – senza far vivere loro una situazione di imbarazzo o di disagio tra gli adulti. Inoltre, è prevista anche una sala attrezzata per chi deve attendere il proprio turno per sottoporsi a visite o deve accedere agli altri servizi presenti nella Cittadella per facilitare anche l’integrazione e la socializzazione. Come Caritas abbiamo inteso offrire spazi dove ci si incontra, ci si prende cura e dove si fanno cose con loro e non per loro”. Tutto questo in linea con quello che il direttore della Caritas diocesana definisce “percorso di accompagnamento a 360 gradi, che dura anche diversi anni, fino a permettere a ciascuno di riappropriarsi della propria vita”.   Saveria Maria Gigliotti   Con una semplice firma per l’ 8xmille, continua la grande catena dell’amore della Chiesa in Italia e nel mondo, fatta di storie, volti, gesti concreti e quotidiani. Anche tu puoi contribuire con una firma   Per informazioni e aggiornamenti sull’8xmille visita: 8xmille alla Chiesa Cattolica 8xmille alla Chiesa Cattolica Tweets by 8xmilleit https://www.instagram.com/8xmilleit https://www.youtube.com/8xmille https://www.facebook.com/8xmille.it The post 8xmille, l’importanza di una firma a tutela dei più deboli first appeared on Lamezia Nuova.

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