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Giubileo 2025, In primo piano, La Parola del Vescovo, Vita Diocesana

Rompiamo le catene delle nostre schiavitù e aiutiamo gli altri a rompere le loro catene

Un Anno Santo che, per la Chiesa di Lamezia, sia segnato da “una conversione totale e vera, affinché si possa compiere un esodo dal nostro io, uscire dai nostri individualismi per convertirci ad un’azione comunitaria. La gente se lo aspetta. C’è bisogno della conversione di tutti, di tutti noi come sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose e di riflesso per le nostre comunità parrocchiali. Il Signore possa concedere a ognuno di noi, in particolare in questo Anno Santo, la forza di essere costruttori di umanità nuova lavorando insieme a questo obiettivo, ognuno dalla propria parte e con le dovute distinzioni. Lavoriamo insieme a questo progetto perché l’umanità possa mostrarsi nella sua bellezza autentica, originaria”. Così il vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi che in Cattedrale, alla presenza dei fedeli giunti da tutte le comunità parrocchiali della diocesi lametina, ha aperto l’Anno Giubilare nella chiesa di Lamezia Terme. Ricordando le radici bibliche dell’Anno Giubilare come “tempo di liberazione e affrancamento da ogni forma di condizionamento e schiavitù”,  il vescovo di Lamezia ha sottolineato la dimensione della libertà come “timbro della permanenza di Dio nella storia di ogni uomo e come sigillo della sua costante assistenza all’umanità. Insieme alla vita, Dio ha donato all’uomo la libertà che è principio di rinnovamento, che dev’essere sempre riconquistata”. Il Giubileo, dunque, è “un Anno di grazia in cui siamo chiamati a spezzare tutte le catene che ci incatenano a noi stessi o a quegli schemi mentali che apparentemente ci tranquillizzano e che invece devono essere rotti per entrare in un cammino di conversione, in un vero cambiamento di mentalità. Conversione significa cambiare mentalità, assumere la mentalità stessa di Dio che è accoglienza, tenerezza, premura. La metànoia è il cammino che ci porta verso il Padre misericordioso che ci attende, è trasformazione dei nostri atteggiamenti concreti che impediscono gli incontri con gli altri, le relazioni vere autentiche”. Da qui il senso del pellegrinaggio che “introduce dentro di noi un grande dinamismo di trasformazione, di conversione, di cambiamento di mentalità. Il pellegrinaggio è emblema dell’umanità che, all’interno della storia, si mette in cammino per tornare alla fonte della salvezza”. Il vescovo Parisi ha ricordato che, come indicato dal cerimoniale dell’ Anno Giubilare, in Cattedrale è stata esposta una Croce. Nella Cattedrale di Lamezia, per tutto l’Anno Santo, sarà presente il crocifisso, risalente al ‘700, proveniente dall’antica cattedrale di Martirano Antico. “Questo Crocifisso – ha rimarcato il vescovo – ha attraversato le fasi tragiche della storia: i terremoti, le guerre, i vari sconvolgimenti. Esso ci ricorda che dentro le ferite della storia è possibile fare l’esperienza di Dio che è Padre ed è vicino, è presente e ci accompagna. In Gesù suo Figlio, Dio si è caricato sulle sue spalle il peso della Croce, l’ha portata al posto nostro per trasformare la Croce da strumento di morte in albero della vita”. E ha fatto di nuovo riferimento all’incidente in cui hanno perso la vita le giovanissime Anna e Maria, auspicando che “da questa tragedia possa scaturire la riflessione sul dono della vita, sulla responsabilità, un richiamo alle comunità a continuare ad abbracciare e a sostenere queste famiglie”. “Viviamo questo Anno Santo nella piena disponibilità verso il Signore ad accogliere la misericordia di Dio che non manca mai, che non vede l’ora di entrare nella nostra vita per trasformarla – ha concluso Parisi – Docili alla tenerezza appassionata di Dio, possiamo essere noi coloro che rompono le catene delle nostre schiavitù e aiutano gli altri a tagliare quei lacci che ci rendono ancorati alla terra. Durante questo Anno Santo, possiamo davvero lavorare per fare in modo che ogni crocifisso, con una mano mancante o con il volto sfigurato, possa riconquistare attraverso il nostro servizio la bellezza originaria di quella umanità uscita dalle mani di Dio, perennemente innamorato di noi”. Salvatore D’Elia The post Rompiamo le catene delle nostre schiavitù e aiutiamo gli altri a rompere le loro catene first appeared on Lamezia Nuova.

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Dio entra nella storia per dire all’uomo: “cerca di essere umano”

“Ma che Natale quest’anno!”. Inizia riportando l’espressione rivoltagli da una fedele al termine della Messa di mezzanotte la riflessione del vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi, che ha presieduto il solenne Pontificale del giorno di Natale in Cattedrale. Parte dalla realtà di questo tempo, dalla “sciagura delle guerre in varie parti del mondo, da quelle che interessano quotidianamente i mezzi di comunicazione a quelle ignorate” alla tragedia che ha toccato la comunità di S. Pietro a Maida con l’incidente in cui hanno perso la vita due giovanissime ragazze, Maria e Anna. “Dentro queste tragedie – ha detto mons. Parisi nell’omelia – per noi uomini così difficili da interpretare, rischia di vincere la disperazione, l’ansia, l’angoscia. Quasi a dire: non c’è più niente da fare. A contribuire a rendere ancora più tragica la storia dell’umanità, sono anche le nostre “piccole” guerre: magari non lanciamo missili, ma di rancore ne coviamo e parecchio verso i nostri fratelli e  verso chi c’è più prossimo. Forse un po’ di odio lo alimentiamo anche noi e anche le nostre piccole guerre contribuiscono ad ingigantire l’immagine negativa del mondo”. “E allora cosa fare? – rimarca il presule – La condizione che noi stiamo vivendo, che questa notte il profeta Isaia ci ha descritto come avvolta da una grande oscurità, è quella che Dio ha incontrato dentro la storia. Ed è proprio questa condizione che il Signore ha voluto definitivamente liberare da ogni forma di schiavitù, rassegnazione, terrore. Per questo nasce il Figlio di Dio dentro la storia dell’umanità”. “Noi non celebriamo il compleanno di Gesù, Gesù non spegne le candeline a Natale – ha proseguito il vescovo di Lamezia – noi celebriamo l’opera di Dio che si incarna e che mette dentro la storia dell’umanità la scintilla dell’eternità, il nostro tempo viene abitato dall’eternità di Dio. Questa nostra carne, fragile, riceve dal Signore quella spinta di immortalità che deve essere operativa tra noi uomini. Celebrare il Natale significa riconoscere che il Signore viene nella nostra storia per dire all’uomo: cerca di essere umano. Dio ci chiede di umanizzare i nostri rapporti, di comportarci da persone umane. Solo così l’umanità, che il Figlio di Dio ha preso su di sé, riceve e scopre la bellezza della creazione originaria”. Dal vescovo di Lamezia, il monito a divenire “testimoni di bellezza, gioia, giustizia e pace, perché  se la promessa di Dio è che la speranza non delude, come ci ricorda la lettera d’indizione del Giubileo, essa si fa presente e operante nella storia degli uomini con il nostro coraggio e il nostro impegno ad essere operatori di pace e costruttori di relazioni vere”. “La forza sconvolgente del Vangelo – ha concluso Parisi – si manifesta con due immagini e due parole di debolezza. La prima è il Bambino che nasce a Betlemme, che entra nella storia per immettere la speranza nella vita dell’umanità. La seconda è la Croce, che immette nel dolore della storia dell’umanità la possibilità di vedere la luce dell’amore di Dio, la testimonianza dell’amore di Dio che si fa dono per ciascuno di noi. Il mio augurio alle nostre comunità, alla Chiesa di Lamezia tutta è di accogliere questa Luce che, come ci ricorda il Prologo di Giovanni, al suo apparire fa scomparire le tenebre. La luce è il Bambino che nasce e di questa luce noi dobbiamo essere testimoni”. Salvatore D’Elia The post Dio entra nella storia per dire all’uomo: “cerca di essere umano” first appeared on Lamezia Nuova.

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“Posto giusto per collocare grotta Betlemme è nelle due famiglie distrutte dal dolore”

“Credo che il posto più giusto per collocare la grotta di Betlemme sia proprio quel cuore di mamma, siano le due famiglie che sono state colpite da questa tragedia”. Questo uno dei passaggi centrali dell’omelia del Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel corso della messa della notte di Natale presieduta in cattedrale, durante la quale sono state anche ricordate Anna e Maria, le due ragazze di san Pietro a Maida e Curinga che hanno perso la vita in un tragico incidente stradale nella notte tra lunedì e martedì nel corso del quale sono rimasti feriti altri tre ragazzi. “Se collochiamo il Bambino Gesù dentro quella macchina bruciata – ha aggiunto monsignor Parisi -, se lo collochiamo, storicamente, realmente dentro quelle due famiglie distrutte dal dolore, allora lì possiamo sperimentare che cos’è la fede. Se Gesù Cristo non fosse nato anche queste due tragedie avrebbero avuto un’altra lettura. Però la nostra fede in Gesù Cristo nato nella grotta, morto e risorto, dà la possibilità di guardare queste vicende tristi con gli occhi rinnovati della fede e ci fanno dire che nel mondo c’è bisogno di vita, di amore, di pace. Ecco perché la nostra vita, deve essere custodita e curata. Ed ecco perché oggi ad essere portatori di vita, dobbiamo essere esattamente noi”. Da qui l’augurio che “ognuno di noi, contemplando il Bambino nato all’interno della grotta di Betlemme, possa diventare testimone della vita, costruttore di pace, organizzatore di speranza, perché dentro tutte le tracce di oscurità e di morte che ci sono nella storia, per la nostra testimonianza e per il nostro impegno credente, possa brillare una luce. Come spero che una luce possa brillare nelle famiglie della nostra Diocesi colpite da questa tragedia: che il Signore possa illuminare la vita, consolare il dolore e aprire alla speranza loro e anche nostra”. “Come ogni anno – ha affermato il Vescovo – voglio rivolgere a voi un augurio per questa notte di Natale, per questo periodo che apre una nuova dimensione del tempo. Intanto perché il nostro tempo viene abitato dalla eternità di Dio. E questo è un primo dato paradossale: difficile da percepire per noi uomini come la nostra fragilità possa essere visitata e abitata stabilmente dalla potenza dell’onnipotente. Ma si apre anche un’altra dimensione del tempo perché oggi con l’apertura della Porta Santa a Roma è iniziato l’anno Santo per questo prossimo, ormai, 2025. E l’anno Santo, anche in questo caso, esprime un paradosso perché Dio misericordioso viene a dire ad ogni creatura, ad ogni suo figlio che la vita anche in questo caso può essere abitata dalla misericordia e dalla tenerezza del Signore. Quando noi diciamo di celebrare il Natale del Signore Gesù, diciamo esattamente questo: che la storia dell’umanità viene inseminata dalla potenza di Dio e questa storia si apre alla vita nuova”. “Celebrare il Natale – ha aggiunto monsignor Parisi – vuol dire fare spazio nella nostra vita, dare la possibilità alla nostra vita di accogliere il Signore che libera l’uomo dal giogo della schiavitù. Le sbarre che erano sulle spalle sono state definitivamente spezzate. Pensate che immagine: il bastone dell’aguzzino sarà distrutto. Cioè, non ci sarà più un uomo che farà da aguzzino nei confronti degli altri uomini”. Il Vescovo ha poi fatto riferimento al “dramma della guerra che ancora rimane” anche se “con la guerra non vince nessuno ma perdiamo tutti”. Saveria Maria Gigliotti The post “Posto giusto per collocare grotta Betlemme è nelle due famiglie distrutte dal dolore” first appeared on Lamezia Nuova.

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Ragazze morte in incidente stradale; il messaggio del Vescovo

La notizia della tragica morte di Anna e di Maria che ha fatto cadere nello sconforto le loro famiglie e le loro comunità di San Pietro a Maida e di Curinga, ha lasciato attoniti pure tutti noi. In queste ore in cui il mondo intero attende la nascita del Bambino Gesù e l’apertura della Porta Santa che darà l’avvio alle celebrazioni del Giubileo, la Chiesa di Lamezia piange due sue figlie morte prematuramente in un drammatico incidente. A nome mio e della Chiesa lametina, esprimo vicinanza e preghiera alle loro famiglie dilaniate da un dolore immenso che è entrato prepotentemente nelle loro vite. Stanotte celebreremo l’Incarnazione del Figlio di Dio che “si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori (Isaia 53,4)” ed in questa notte il nostro pensiero e le nostre preghiere andranno a loro, ai loro cari, ai loro amici, ai loro affetti, come pure alle famiglie degli altri tre ragazzi rimasti feriti. Siamo certi: il Signore “asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate (Apocalisse 21,4)”. Intanto, purtroppo, si continua a morire. La nascita del Salvatore ci dice che la nostra fragilità e la nostra caducità sono abitate dal Figlio di Dio che ha attraversato l’umano soffrire e che, se ancora la morte sembra spavaldamente vincere, la fede ci fa sperimentare – proprio nel baratro del dolore – la presenza e la vicinanza del nostro Redentore. Lo sussurro con tenerezza e convinzione e nel rispetto del grande dolore: la fede può offrirci occhi rinnovati per contemplare con lo sguardo di Dio la triste realtà che, senza umanamente poterla comprendere, a noi si impone e particolarmente oggi ci invita a riflettere sul bene della vita e sul bisogno della sua custodia e della sua cura. +Serafino Parisi, Vescovo The post Ragazze morte in incidente stradale; il messaggio del Vescovo first appeared on Lamezia Nuova.

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Forum Dottrina Sociale, Truffelli: “La politica è progetto di futuro”

Un excursus sulle cause della disaffezione e dell’allontanamento dai cittadini dalla politica, crisi “che non è qualcosa di oggi o di ieri ma ci accompagna già dai primi anni dopo l’Unità d’Italia”, ad alcune piste per superarla e arrivare a una partecipazione contraddista da un rinnovato senso di responsabilità e corresponsabilità. Questo, in sintesi, il percorso tracciato da Matteo Truffelli, protagonista dell’appuntamento conclusivo del forum di Dottrina Sociale della Chiesa sulla Pòlis promosso dalla diocesi di Lamezia Terme. Se il disinteresse e, a volte, il disprezzo verso la politica e chi fa politica è un tratto comune a tutte le fasi storiche, per il docente universitario “oggi il distacco si è acutizzato, un distacco che produce astensione dal voto e “volatilità elettorale”, cioè un voto non ideologico ma che valuta e sceglie di volta in volta: questo ci segnala un modo di pensare la politica che ha a che fare con il contingente, non con un’idea o una visione del mondo”. Ne consegue, dunque, “una politica che punta all’immediatezza, di “piccolo cabotaggio”, che punta a occuparsi delle cose più semplici e non a progettare il futuro. Una politica che amplifica la personalizzazione e la fidelizzazione personale,  che usa gli strumenti mediatici non per argomentare ma per alimentare le contrapposizioni”. Una politica – ha proseguito Truffelli – “che non educa i cittadini ai tempi lunghi, alle regole e ai controlli che contraddistinguono la democrazia”. Il docente individua un nodo fondamentale della crisi della partecipazione  nella “concezione dell’uso della politica finalizzata al proprio interesse: ci si interessa della politica solo quando vengono toccati i propri interessi particolari. Ma la politica non è mai particolare, ma sempre generale. E l’interesse generale non è la somma degli interessi particolari; è nella prospettiva dell’interesse generale che vengono accolti anche gli interessi particolari e non viceversa. La politica non è amministrazione di affari correnti, ma è costruzione di un progetto di futuro e l’interesse generale si costruisce in comune”. Da qui le proposte costruttive dell’ex presidente nazionale di Azione Cattolica per “far emergere una politica che abbia questi fini e questi modi coerenti con quelle che sono le caratteristiche della democrazia e politici che abbiano la consapevolezza della politica come servizio. Dico “emergere” perché sono convinto che esistono già tanti politici che si occupano della cosa pubblica con spirito di gratuità e passione per il bene comune. Come cittadini e come comunità cristiana, dobbiamo essere i primi a dire alla politica di occuparsi dell’interesse generale, di unire e non di dividere, di cercare terreni comuni al posto di quelli della divisione e della contrapposizione, di lavorare per formare i credenti a questo tipo di politica”.  E proprio sulla questione della formazione, Truffelli sottolinea l’importanza per la comunità cristiana “di formare le persone al senso della responsabilità e della corresponsabilità lì dove le persone operano, sul territorio.  Si impara a fare politica praticandola, la formazione teorica è importante ma molto più importante è l’impegno sul territorio ispirato ai valori della gratuità e del bene comune. Le persone impegnate in politica non vanno “esiliate” dalla comunità ecclesiale, ma accompagnate e custodite”. “I nostri percorsi formativi – ha concluso il docente – a partire dal catechismo devono formare a una fede incarnata nella storia. Educare i nostri giovani al senso di responsabilità verso l’altro che mi sta accanto, verso il proprio quartiere, verso la comunità”. Ad introdurre il relatore, il vescovo mons. Serafino Parisi che, nel ringraziare i cittadini e gli amministratori di diversi Comuni del comprensorio che hanno partecipato,  ha ribadito lo spirito dell’iniziativa, portata avanti dall’équipe guidata dal vicario episcopale per la pastorale don Leonardo Diaco, che manifesta “il nostro interessarci alla realtà come comunità cristiana alla luce del principio dell’Incarnazione, il nostro esserci nel mondo e nella storia per dare il nostro contributo”. Salvatore D’Elia The post Forum Dottrina Sociale, Truffelli: “La politica è progetto di futuro” first appeared on Lamezia Nuova.

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Forum sulla Polis, Matteo Truffelli chiude la serie di incontri

Con la relazione su “L’oblio della rappresentanza politica, come favorire una partecipazione attiva” di Matteo Truffelli, già presidente nazionale di Azione Cattolica e presidente della Fondazione Mazzolari, si concludono domani gli appuntamenti del Forum di Dottrina sociale della Chiesa sulla Polis “Quale visione di città, quali prospettive per il comprensorio lametino?”. L’appuntamento è alle ore 18.30 nell’auditorium del complesso interparrocchiale S. Benedetto. Membro dell’Associazione italiana degli Storici delle dottrine politiche, Laureato con Lode in Filosofia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in “Storia dell’Italia Contemporanea” presso l’Università degli Studi Roma Tre, è Professore ordinario di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Parma. s.m.g. The post Forum sulla Polis, Matteo Truffelli chiude la serie di incontri first appeared on Lamezia Nuova.

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“Parole per la Vita”, i giovani incontrano il dottore Nisticò

“Fisico o corpo?”. Queste le “Parole per la vita” del terzo incontro con i giovani (dei sette previsti) che si terrà domani (giovedì 19 dicembre) alle 18.30 nell’ex seminario vescovile con la testimonianza del dottor Massimo Felice Nisticò. Questi appuntamenti aperti a tutti, anche a giovani non credenti e in ricerca, organizzati dalla Pastorale Giovanile della Diocesi, e fortemente voluti dal Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nascono dall’esigenza di “iniziare a dialogare e a ragionare con i giovani su temi fondamentali” partendo da alcune “parole che hanno peso” che, nel corso del primo incontro, sono state proprio indicate dai ragazzi presenti. Un’iniziativa, quindi, che come sottolineato da monsignor Parisi nel corso della conferenza stampa di presentazione delle iniziative dell’Anno Pastorale, “conferma la nostra attenzione, come Chiesa diocesana, al mondo giovanile e risponde a una precisa sollecitazione, venuta da alcuni giovani della nostra Diocesi, ad affrontare insieme a loro determinati temi”. s.m.g. The post “Parole per la Vita”, i giovani incontrano il dottore Nisticò first appeared on Lamezia Nuova.

Giubileo 2025, In primo piano, Mons. Vittorio Moietta, Vita Diocesana

Causa Beatificazione Mons. Moietta; aperti i Plichi al Dicastero delle cause dei Santi

Altro momento importante nel cammino della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Mons. Vittorio Moietta. Stamani, infatti, presso il Dicastero delle Cause dei Santi, alla presenza degli Officiali Federico Favero ed Eliana Versace, il Postulatore, don Marco Mastroianni, ha partecipato all’apertura ufficiale dei quattro plichi contenenti la documentazione raccolta nel corso dell’Inchiesta sull’eroicità delle virtù del Servo di Dio, che, sigillati durante la Sessione di chiusura, erano stati consegnati al Dicastero ad ottobre scorso dallo stesso Postulatore. Ora si attende lo studio dei documenti da parte del Dicastero per ottenere il Decreto che dichiarerà la validità giuridica dell’Inchiesta. Saveria Maria Gigliotti The post Causa Beatificazione Mons. Moietta; aperti i Plichi al Dicastero delle cause dei Santi first appeared on Lamezia Nuova.

In primo piano, La Parola del Vescovo, Vita Diocesana

“Quello che ci dice l’Immacolata Concezione è che Dio continua a credere nelle sue creature”

“Quello che ci dice l’Immacolata Concezione è che Dio continua a credere nelle sue creature”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel concludere l’omelia della Santa Messa da lui presieduta in Cattedrale nella ricorrenza della festa dell’Immacolata Concezione. Dio, ha aggiunto il Vescovo, “poteva salvare l’umanità in tanti modi. Invece no. Chiede a Maria di Nazareth, – certamente dall’inizio preservata per grazia dal peccato originale – una creatura, rappresentante di tutta l’umanità, di dire che Dio crede ancora nell’umanità, nelle sue creature ed è attraverso di loro che mettendo, accogliendo l’amore originario di Dio Padre, l’uomo ancora può non dirsi barbaro, nemico, può rivale”. Non perché non ci siano ma, “dato che Dio crede ancora nell’umanità, l’uomo per il progetto di Dio può dirsi ancora figlio e fratello. Per questo Maria è madre, perché abbiamo la possibilità, come creature, di riconoscerci, figli e fratelli”.   Facendo riferimento alla seconda lettura tratta dalla lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini, monsignor Parisi, ha sottolineato che “nel testo di Paolo ci è detto qual è il motivo per il quale il Signore non può che pensare il bene per le sue creature: noi siamo dentro un pensiero divino, un modo di essere di Dio, che è un pensiero che nasce, trova consistenza e termina nel suo amore. Quindi, l’atto costitutivo della creatura viene dall’amore di Dio e la volontà di Dio non può essere distaccata da questo suo moto di amore sovrabbondante dal quale vengono creati la terra, il cielo, il mare, tutta l’umanità. Paolo questo lo spiega molto bene e dice che noi siamo stati fatti secondo il progetto di Dio che altro non è che il disegno d’amore della sua volontà. Noi siamo dentro questo disegno di amore. E, allora – ha chiesto il Vescovo – , come si colloca, ancora una volta, la libertà dell’uomo? Che cosa vuole realizzare Dio per le sue creature? Qui ci viene in aiuto la prima lettura che abbiamo ascoltato questa sera tratta dal libro della Genesi” dove il limite che il Signore pone non si trova al di là della libertà ma si trova dentro di essa ed è fondamentale per la stessa libertà che “deve essere percorsa, attuata, vissuta nella consapevolezza che noi siamo costitutivamente limitati, fragili e la filitudine è dentro la nostra vita ed è per il bene della nostra esistenza”. Al termine della Santa Messa, il Vescovo, approfittando di un momento di tregua della pioggia, ha omaggiato la “Madonnina” in una cerimonia informale. Il tradizionale omaggio floreale al quale presenziano anche i Vigili del fuoco, infatti, era stato annullato a causa del maltempo. Saveria Maria Gigliotti The post “Quello che ci dice l’Immacolata Concezione è che Dio continua a credere nelle sue creature” first appeared on Lamezia Nuova.

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Inaugurato defibrillatore chiesa del Rosario in Accaria di Serrastretta

Con un’aria già immersa nelle feste natalizie che la Chiesa, pellegrina sulla Terra, si appresta a vivere con animo gioioso e riconoscente, l’inaugurazione e la benedizione del defibrillatore pubblico che, da qui a poco, sarà installato nella piazza antistante la Chiesa del Rosario, ad Accaria, nel comune di Serrastretta, appaiono gesti particolarmente significativi. Questi richiamano il cuore di ciascuno all’importanza del ricordo di quanti soffrono nel corpo e nello spirito e sollecitano le menti e l’animo a mettersi a servizio di coloro che hanno bisogno di un pronto intervento d’aiuto, in caso di necessità stringente. Sono state proprio queste le linee guida dell’incontro che si è svolto presso il Santuario “San Giovanni Paolo II”, nel comune di Feroleto Antico. Nell’ambito della presentazione del libro “Ci ho messo il cuore”, monsignor Serafino Parisi, insieme alla comunità tutta della parrocchia “S. Maria Immacolata”, ha ringraziato l’autore Antonio Gigliotti, non solo per la condivisione dei suoi pensieri e delle sue esperienze all’interno del suo lavoro, ma anche e soprattutto per il generoso dono di cui si è reso benefattore. Il Vescovo, nel ricordare l’episodio che costituisce l’incipit del libro, ha concluso il suo primo intervento evidenziando che “c’è sempre un’altra tappa da raggiungere, un’altra asticella da superare. Questo è il grande gioco della vita per coloro che si mettono a servizio degli altri. La maratona non è mai, così come la vita, una sfida per vedere fino a che punto io ce la possa fare. La vita, così come una maratona, è un’occasione per ribadire che, con l’impegno, e nella consapevolezza della fragilità e del limite, le cose si possono guardare anche dall’altra parte del traguardo. E questo è la cosa più bella. Il secondo insegnamento, che quest’iniziativa ci consegna, è che più guardiamo i nostri limiti più cresciamo e andiamo avanti.” L’incontro è proseguito con la testimonianza di vita dell’autore Antonio Gigliotti, il quale ha ribadito ulteriormente, arricchendo le sue parole con il racconto degli episodi salienti della sua esperienza, narrati altresì nel libro, l’importanza di dare voce alla fragilità, nonché di comprendere sino in fondo che ne siamo tutti accomunati. Alla luce della caducità della nostra vita terrena, diviene necessario, come da lui sottolineato, essere grati nei confronti di tutte le azioni quotidiane, apparentemente banali, ma che in realtà costituiscono un tesoro prezioso e inestimabile. L’importanza di uno strumento come quello del defibrillatore pubblico, benedetto alla fine della serata, si spiega, da un punto di vista clinico, anche a partire dalle statistiche che suggeriscono, come efficacemente ricordato da Alfredo Latelli, istruttore del corso Blsd (supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce), che un gran numero di italiani, ogni anno, perde la vita a causa di arresto cardiaco improvviso. La preparazione e la prontezza d’animo della cittadinanza, avvalendosi di strumenti capillarmente diffusi sul territorio, potrebbero rappresentare una vera ancora di salvezza per quanti soffrono. Da qui la necessità di istruirci all’uso di tali dispositivi, affatto complesso, viste le moderne tecnologie, per far in modo che essi possano avere significato e possano espletare il loro compito. La professione medica è di certo assai nobile, ma lo è altrettanto, come ha ricordato monsignor Parisi in chiusura, la fortezza di spirito che ci rende responsabili della vita del prossimo e custodi della preziosità della loro esistenza. Ecco che il Natale acquista il suo vero significato, quando esso si rende occasione di riflessione più attenta a bisogni concreti di un’umanità che soffre e geme, ma che dalla sofferenza trae l’impulso di luce e di vita per risalire dalle tenebre. Il dono del defibrillatore pubblico, di cui Latelli ha esplicato l’utilità e la modalità d’uso, con una piccola dimostrazione pratica su di un manichino, è stato accolto con entusiasmo dal parroco della Parrocchia “S. Maria Immacolata”, don Francesco Benvenuto, che non ha mancato di mostrarsi riconoscente nei confronti di quanti hanno reso e renderanno possibile un tale arricchimento della nostra comunità. Gesto, questo, che potrà fungere da monito, affinché si prosegua in tal direzione anche in altri luoghi del comprensorio lametino. Mariagrazia Fragale The post Inaugurato defibrillatore chiesa del Rosario in Accaria di Serrastretta first appeared on Lamezia Nuova.

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