La Parola del Vescovo

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“San Giovanni Paolo II instancabile annunciatore del Vangelo della salvezza”

Con la sua vicenda umana, e insieme pastorale, profondamente nutrita di fede e dedizione verso il ministero affidatogli, San Giovanni Paolo II continua a suscitare nella comunità dei fedeli un profondo senso di devozione e ammirazione filiale. Sentimenti di vera commozione, nei confronti della figura del Santo Papa, quelli condivisi dalla Chiesa in festa, al fine di celebrare un uomo che seppe fare della sua vita un capolavoro di splendore, dando gloria a Colui dal quale discende ogni dono e ogni carisma. In questo coro unanime di voci liete, ben riconoscibile è stato il contributo offerto dal Santuario di Cardolo (Feroleto Antico) che, come perla preziosa in tutto il Sud Italia, si è reso veicolo di trasmissione di un messaggio forte nel territorio diocesano: seguendo le orme di San Giovanni Paolo II, ciascuno di noi può divenire costruttore e coerede del Regno di Dio. Trascorsi i nove giorni di preparazione, silenziosa ed edificante, guidata da diversi sacerdoti che si sono susseguiti nell’offrire la loro testimonianza, martedì 22 ottobre, rinsaldati da una più profonda conoscenza del pontificato e dell’insegnamento di Papa Wojtyla, i fedeli si sono riuniti intorno alla mensa eucaristica per vivere un momento conclusivo, con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da monsignor Serafino Parisi, che ha coronato un tale intenso momento di grazia. Significative le parole che il Vescovo ha speso per encomiare le virtù umane di San Giovanni Paolo II, di cui ha ricordato non solo l’animo caritatevole, ma anche quell’innata abilità ch’egli possedeva di leggere i segni dei tempi, affrontando le sfide del millennio che, ancora oggi, e soprattutto oggi, ci attanagliano. I due nomi di Giovanni e di Paolo, due personalità dirompenti della storia della salvezza, si sono incarnati nel suo vissuto, si sono radicati nell’animo di un uomo santo, solcato più volte dal dolore, ma da esso mai sopraffatto. La liturgia del giorno, come ha sottolineato monsignor Parisi, è stata d’aiuto nel consegnare ai credenti la dimensione più completa di quell’annuncio di cui San Giovanni Paolo II ha fatto la missione prima del suo pontificato: “Gesù Cristo, per amore, ha versato il sangue sulla croce e ci ha conquistati, mettendoci al primo posto. Nella carne di Gesù si è realizzato un patto di unità, di vera riconciliazione. Ci ha resi, insomma, concittadini dei Santi e familiari di Dio (Ef 2,11-22)”. In quest’ottica, la nostra dignità di figli ci risolleva dall’abisso degli errori e delle avversità, inderogabilmente umani, rendendoci capaci di un servizio nascosto e propositivo, un impegno che sappia rendersi evidente in una preghiera modesta e priva di egoismo. In una società, colma di benessere effimero, come quella nella quale siamo chiamati ad operare, quanto può essere dolce, al contempo gioioso, quell’augurio che Papa Wojtyla rivolge ai giovani: “Non abbandonatevi alla disperazione (…), prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro!” . È la stessa figura di San Giovanni Paolo II, di cui la comunità della Parrocchia “S. Maria Immacolata” ha celebrato la memoria liturgica, a costituire l’esempio più efficace del successo (inteso nella sua più spirituale accezione) di una vita che si fa dono. “Giovanni Paolo II nel suo ministero – così si conclude l’omelia del Vescovo Parisi – si è portato sino agli estremi confini della Terra, annunciando instancabilmente il Vangelo della salvezza. Ha reso viva testimonianza della missione affidataci: ciascuno di noi è quella pietra che contribuisce ad edificare l’abitazione di Dio. In tutti noi, fondati in Gesù Cristo, opera lo Spirito Santo, coinvolgente e fecondo dono d’amore. Lo Spirito non è mai sterile: dovunque entri, la vita diviene pulsante. Possiamo davvero scoprire la grandezza di ogni essere umano, in questo nostro tempo, possiamo scoprirci amati da Dio e cantori dello splendore della vita”. Mariagrazia Fragale The post “San Giovanni Paolo II instancabile annunciatore del Vangelo della salvezza” first appeared on Lamezia Nuova.

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“Chiesa Lamezia accanto a chi ha subito danni per il maltempo”

In questo difficile momento che sta attraversando il nostro territorio flagellato dal maltempo, la Chiesa di Lamezia Terme è vicina alle persone che hanno subito danni dovuti alle forti piogge. Nell’esprimere vicinanza a tutti, così come ho avuto modo di dire sia al sindaco di San Pietro a Maida, Domenico Giampà, al quale ho chiamato appena appresa la notizia sulla problematica situazione che sta vivendo il suo comune rimasto isolato, che al commissario prefettizio di Maida, il vice prefetto Costanza Pino, come Chiesa lametina assicuriamo le nostre preghiere ed il nostro aiuto per i territori interessati da questa inaspettata situazione. Mi sono messo in contatto con i parroci delle zone colpite dalle forti piogge (San Pietro a Maida, Maida, Curinga, Acconia, Jacurso, S. Pietro Lametino, Cortale, Lamezia Terme) per sincerarmi della situazione e per sollecitare le Caritas parrocchiali a mettere a disposizione quanto necessario per poter aiutare chi ne avesse necessità a far fronte al difficile momento che, fortunatamente, non ha registrato tragici risvolti. Le immagini che stiamo vedendo in queste ore non possono lasciarci indifferenti, non solo perché ci raccontano difficoltà di famiglie colpite dal maltempo che in pochi minuti si sono trovate a dover affrontare una tale emergenza, ma anche perché ci fanno pensare al futuro di queste zone: i campi coltivati sommersi dall’acqua così come l’area industriale di Lamezia, dove insistono aziende attive ed operose che in questi due anni di episcopato ho imparato a conoscere ed apprezzare, il centro commerciale allagato, devono indurci a riflettere anche sull’emergenza occupazionale, che speriamo sia scongiurata, che tali eventi potrebbero implicare. A tutti giunga la vicinanza mia e della Chiesa Lametina insieme alla gratitudine nei confronti di rappresentanti istituzionali, volontari, Protezione civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, Anas, associazioni che da stanotte stanno operando per aiutare chi è in difficoltà e far sì che la situazione giunga quanto prima alla normalità. Momenti difficili come quelli che stiamo vivendo, devono farci comprendere sempre più il senso di comunità e, per noi credenti, di Chiesa pronta a porgere la mano a chi è in difficoltà, non perdendo di vista che, come ci ricorda papa Francesco nella “Laudato sì”, l’ambiente che ci circonda è un dono di Dio, “eredità comune”, rispetto al quale abbiamo una “tremenda responsabilità” perché “è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità” che noi abbiamo il compito di custodire. + Serafino Parisi, vescovo The post “Chiesa Lamezia accanto a chi ha subito danni per il maltempo” first appeared on Lamezia Nuova.

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Al via le Scuole Biblica e per i Ministeri

Riprende l’attività di formazione della Diocesi di Lamezia Terme. Ieri sera, in un affollato auditorium del complesso interparrocchiale San Benedetto, hanno preso il via, con un momento unico, la Scuola Biblica che, con i suoi 626 iscritti, giunge al terzo anno e, quindi, alla chiusura del primo ciclo di incontri, ed al secondo anno della Scuola per i ministeri con i suoi 750 iscritti (sono ancora in corso le iscrizioni per il primo anno). Si tratta di due momenti formativi che, come detto dal vescovo, monsignor Serafino Parisi, non possono non prescindere da due momenti che la Chiesa sta vivendo: sinodalità e Giubileo. “Sinodalità – ha detto al riguardo il Vescovo – non riguarda solo la discussione su un metodo, ma è uno ‘stile’ che anima l’impianto di tutta la vita diocesana. Il fatto stesso di avere scelto vicari episcopali e di averli coinvolti insieme ai vicari foranei, ai direttori degli uffici di curia ed alle associazioni, ai gruppi ed ai movimenti per programmare le attività, rappresenta una visione condivisa della pastorale diocesana e delle scelte della Diocesi. Quest’anno, poi, vivremo l’anno giubilare che, come concepito nella Bibbia, è un anno di grazia e di liberazione da tutte le schiavitù. Si tratta di caratteristiche bibliche che hanno ricadute nella storia dentro il nostro contesto contemporaneo. Ed in questo senso il tema scelto per questo terzo anno della Scuola Biblica è un tema tipicamente giubilare con uno sguardo concreto alla nostra realtà diocesana e lametina: ‘Liberazione e la presenza dei credenti nella storia’”. Questo perché “bisogna capire come siamo presenti e se si percepisce la nostra presenza dentro la storia. Noi, siccome abbiamo una visione della polis, vogliamo entrare ed essere presenti nella storia, con la forza della parola che viene dal Vangelo”. Saveria Maria Gigliotti The post Al via le Scuole Biblica e per i Ministeri first appeared on Lamezia Nuova.

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Nuovo Anno Pastorale, proposte “con” i giovani e formazione sull’impegno dei credenti nella società

Ripartenza della Scuola Biblica Diocesana e della Scuola per i Ministeri, un percorso di ascolto e condivisione “con i giovani”, prosecuzione del dialogo con le diverse categorie professionali e del mondo del lavoro e una proposta formativa che metterà al centro l’impegno dei credenti nella vita culturale, sociale e politica. Questi alcuni elementi centrali del nuovo anno pastorale della Diocesi di Lamezia Terme, presentati questa mattina in conferenza stampa dal Vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi, dal vicario generale mons. Tommaso Buccafurni, da don Leonardo Diaco Vicario episcopale per la pastorale e don Giuseppe Montano Vicario episcopale per il servizio della Carità e per gli Affari Economici. L’incontro con i giornalisti è stato moderato dalla giornalista Saveria Maria Gigliotti direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali diocesano. Il Vescovo mons. Parisi ha sottolineato, in particolare, due  novità del nuovo anno pastorale: un percorso di dialogo “con” i giovani  e una proposta che focalizzerà l’attenzione sull’impegno dei credenti nel mondo della cultura, della società e della politica, anche in vista dell’importante passaggio che coinvolgerà in particolare la realtà lametina con le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale del prossimo anno. “Ci tengo a sottolineare – ha dichiarato mons. Parisi – che, più che incontri “per i giovani”, sono pensati come incontri “con” i giovani. Un’iniziativa che conferma la nostra attenzione come chiesa diocesana al mondo giovanile e risponde a una precisa sollecitazione, venuta da alcuni giovani della nostra Diocesi, ad affrontare insieme a loro determinati temi. Saranno sette incontri, uno ogni mese, che avranno come filo conduttore tematico “Le parole per la vita”. Nel corso di ogni incontro, ci si soffermerà su una parola, anche grazie al contributo di testimoni ed esperti che interverranno. Due parole saranno proposte da me, le altre saranno gli stessi giovani a proporle. Saranno incontri aperti a tutti, anche a giovani non credenti, in ricerca, a chi non ha trovato ancora una propria collocazione. Non ci interessa il numero, ci interessa iniziare a dialogare e a ragionare con i giovani su temi fondamentali”. Gli incontri si svolgeranno nelle seguenti date: 17 ottobre, 28 novembre, 19 dicembre, 30 gennaio, 27 febbraio, 27 marzo, 22 maggio”. Altra novità del nuovo anno pastorale, il percorso formativo “Quale visione di città, quali prospettive per il comprensorio lametino”, articolato in tre incontri che si svolgeranno nell’auditorium del complesso interparrocchiale S. Benedetto, sul tema dell’impegno dei credenti nella vita culturale, sociale e politica. “Proseguendo l’azione di dialogo già avviata con il mondo delle categorie professionali e del mondo del lavoro – ha spiegato il Vescovo – vogliamo coinvolgere tutte le realtà del mondo della cultura, della società e della politica per riflettere sui temi del magistero sociale della Chiesa. Sono invitati a questi incontri tutti coloro che già sono amministratori nel nostro territorio diocesano e quelli che eventualmente aspirano a diventarlo, per essere consapevoli di quale servizio siamo chiamati a dare nella storia come credenti e che tipo di servizio ci aspettiamo”. Gli incontri. Tre gli incontri in programma: l’8 novembre con il professore Luca Diotallevi,  il 29 novembre con l’avvocato Eugenio Scagliusi, il 20 dicembre con il professore Matteo Truffelli. I prossimi mesi  vedranno la conclusione del cammino sinodale e l’apertura del Giubileo “occasione – ha spiegato il Vescovo mons. Parisi – per focalizzare sia il tema della sinodalità sia il tema giubilare. Sinodalità che, come abbiamo più volte ribadito, non è un tema a sé stante ma caratterizza l’impianto stesso della nostra  vita diocesana: ne è prova l’individuazione di più vicari episcopali, la scelta del più ampio coinvolgimento nelle varie fasi della programmazione pastorale delle diverse realtà diocesane e dei direttori degli uffici di curia. E poi il Giubileo che, nella tradizione biblica, richiama la liberazione da tutte le forme di schiavitù. In questo contesto, il tema scelto per il terzo anno della Scuola Biblica Diocesana, “Liberazione e presenza dei credenti nella storia”, richiama il tema giubilare e, al tempo stesso, guarda a un momento molto importante che riguarderà nei prossimi mesi la realtà lametina con le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale”. Si inizierà il 14 ottobre con l’incontro congiunto tra Scuola Biblica e Scuola per i Ministeri, incontro congiunto che si ripeterà il 14 aprile e, per la conclusione, il 25 maggio. Il terzo anno della Scuola Biblica partirà il 21 ottobre nell’auditorium del complesso interparrocchiale S. Benedetto mentre  il percorso della Scuola per i Ministeri avrà inizio il 28 ottobre nelle quattro sedi di Lamezia Terme, Nocera Marina, Acconia e Soveria Mannelli. Sul percorso di dottrina sociale della Chiesa, si è soffermato don Leonardo Diaco sottolinenado come “si tratti di un progetto orientato ad intra e ad extra. Da un lato, vogliamo raccogliere la sfida formativa di orientare, da credenti, le cose temporali assumendoci le nostre responsabilità. Dall’altro vogliamo incoraggiare chi già si occupa della cosa pubblica e metterci in dialogo con chi si impegna per il bene comune, a partire dal nostro sguardo sulla città e sull’intero comprensorio”. Da parte di don Giuseppe Montano, si è sottolineata la volontà di proseguire il dialogo con le diverse categorie professionali, con i commercialisti e i consulenti del lavoro perché “come Chiesa abbiamo a cuore il tema del lavoro e del rispetto delle regole”. Il vicario generale mons. Tommaso Buccafurni ha evidenziato “la necessità del coinvolgimento e dell’impegno di tutto il clero in una dinamica di ascolto reciproco con i laici, per lavorare insieme affinché la proposta cristiana possa giungere alla società di oggi e aprire i cuori degli uomini alla speranza”. Salvatore D’Elia   The post Nuovo Anno Pastorale, proposte “con” i giovani e formazione sull’impegno dei credenti nella società first appeared on Lamezia Nuova.

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Beatificazione mons. Moietta; don Marco Mastroianni postulatore anche nella “fase romana”

“Il 10 settembre il Dicastero delle cause dei Santi, nella persona del Cardinale Marcello Semeraro, ha stabilito che il postulatore della fase romana della causa sarà ancora il nostro don Marco Mastroianni”. Con queste parole, il vescovo, monsignor Serafino Parisi, ha annunciato che anche nella cosiddetta “fase romana” del processo su monsignor Vittorio Moietta, di cui sabato si è svolta la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana, il Postulatore sarà don Marco Mastroianni. Nel corso della sessione di chiusura, così come previsto, dopo il giuramento di segretezza dei membri del Tribunale, sono stati apposti i sigilli con tutte le informazioni e gli scritti di mons. Moietta che sono stati raccolti in questi mesi in collaborazione con la commissione storica ed il contributo dei Censori Teologi il cui compito è stato quello di “valutare i medesimi scritti” verificando “se vi sia qualcosa di contrario alla fede o alla morale”. Concluso questo lavoro, quindi, si è chiusa la fase diocesana dell’Inchiesta e tutto il materiale ora sarà consegnato a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi che, tramite un suo relatore, guiderà il postulatore nella preparazione della Positio, cioè del volume che sintetizza le prove raccolte in Diocesi, e che deve dimostrare con sicurezza la vita, le virtù o il martirio e la relativa fama del Servo di Dio. Essa sarà studiata da un gruppo di Consultori Teologi del Dicastero e, nel caso di una “Causa storica” (quella che riguarda un candidato vissuto molto tempo prima e per il quale non vi siano testimoni oculari), anche da una commissione di Consultori Storici del Dicastero. Se questi voti saranno favorevoli (almeno in maggioranza qualificata), la Positio sarà sottoposto a un ulteriore giudizio dei Vescovi e Cardinali Membri del Dicastero. Se il giudizio di questi ultimi è ugualmente favorevole, il Santo Padre, se lo ritiene opportuno, autorizza la Promulgazione del Decreto sull’eroicità delle virtù, sul martirio del Servo di Dio o sull’offerta della vita, che così diviene “venerabile” gli viene riconosciuto, cioè, di aver esercitato in grado “eroico” le virtù cristiane (teologali: fede, speranza e carità; cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza; altre: povertà, castità, ubbidienza, umiltà, ecc.), o di aver subìto un vero martirio oppure di aver offerto la vita secondo i requisiti previsti dal Dicastero. La scelta di don Marco quale Postulatore anche nella “fase romana”, secondo monsignor Parisi, “è una garanzia a vari livelli sia perché conosce bene il materiale sia per la precisione, lo scrupolo e la passione con cui ha lavorato, avendo tutti i titoli per farlo perché aveva fatto già i corsi nella fase romana dei suoi studi che, ora, ha potuto mettere in pratica qui, nella nostra Diocesi”. Inoltre, monsignor Parisi, che a nome della Diocesi ha pubblicamente ringraziato “il dicastero nella persona del cardinale Semeraro” e lo stesso don Marco “al quale ho chiesto se era disponibile e si sobbarcherà questo altro pondus”, si è detto certo che don Marco, “anche lì a Roma, darà prova della sua obiettività”. The post Beatificazione mons. Moietta; don Marco Mastroianni postulatore anche nella “fase romana” first appeared on Lamezia Nuova.

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Beatificazione mons. Moietta; Vescovo Parisi: “Il suo modo era semplice e ieratico al tempo stesso e non baronale”

“Appena sono arrivato qui a Lamezia, ho sentito forte la testimonianza su monsignor Moietta che, poi si è manifestata anche come una sua presenza dentro i vari strati del tessuto sociale di questa nostra città e di questa nostra Diocesi”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, al termine della sessione di chiusura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni del Servo di Dio mons. Vittorio Moietta. “Per cui – ha aggiunto monsignor Parisi – mi sono sentito contento di poter, all’epoca, dare il via a questa fase diocesana della causa e l’ho sentito non come un dovere, ma come un richiamo forte, una provocazione perché quello che noi vogliamo dire con la santità, con la storia della Santità è che la bellezza del Vangelo altro non è che la forza della parola di Dio che può essere vissuta, incarnata, in ogni latitudine e in ogni tempo anche all’inizio di quegli anni Sessanta così particolari per quello che stava avvenendo sia sul piano economico sia dentro la storia della Chiesa con il Concilio Vaticano II del quale, come è stato giustamente detto, monsignor Vittorio Moietta, è stato un antesignano per le idee e le proposte pastorali che ha fatto” con quello “stile che ha portato qui: un po’ una sorta di capovolgimento di una idea di episcopato che io condivido. Il suo modo, infatti, era semplice e ieratico al tempo stesso e certamente non baronale”. “Una grande sfida, una grande parola forte – ha aggiunto monsignor Parisi – che è arrivata e che i semplici hanno saputo raccogliere e hanno saputo valorizzare. Molti hanno dato la loro testimonianza di questo stile di vita di un vescovo lungo le strade, dentro le periferie, non solo quelle urbane, ma anche quelle esistenziali. Ecco, questo noi vogliamo dire con la santità e se noi possiamo dirlo con un’esperienza che ha attraversato la nostra Chiesa di Lamezia, come ha attraversato tutto lo Stivale italiano da nord a sud, anche questo sarà un motivo di grande gioia. Quella gioia vera che viene dalla forza del Vangelo che davvero è Parola ed è parola di speranza per gli ultimi”. “Ogni santo – ha proseguito il Vescovo – si caratterizza per una sua modalità personale di vivere, di interpretare, di proporre la pagina del Vangelo. Però, soprattutto questa forma di santità di una persona vicina agli ultimi che vediamo nella figura di monsignor Moietta è quello che dovrebbe ispirare la nostra azione pastorale e, perché no?, anche l’azione politica, l’azione sociale, perché noi cristiani crediamo in un logos che diventa sarx, una Parola che si fa carne. Noi non siamo fuori dal contesto sociale, noi siamo dentro questo contesto sociale e facciamo una proposta che è quella del Crocifisso risorto cioè del Vangelo che è capace di ridare la gioia a coloro che magari o non l’hanno mai avuta o l’hanno assaporata e poi l’hanno perduta”. Quindi, nel ringraziare i componenti del tribunale di diocesano, i componenti della commissione storica e quelli della commissione teologica, coloro che hanno offerto la loro testimonianza e quanti, poi, a vario titolo hanno contribuito all’Inchiesta, al vescovo di Casale Monferrato, monsignor Giovanni Sacchi, al sindaco di Brusasco, Giulio Bosso, che ha presenziato alla sessione, insieme al sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, monsignor Parisi ha voluto rivolgere un saluto particolare sia a don Carlo Grattarola, segretario di monsignor Moietta per la disponibilità di questi mesi e per la sua collaborazione, che ad Angela Moietta, nipote del Vescovo Vittorio, “che ha voluto fare dono alla nostra diocesi delle vesti episcopali di monsignor Moietta che ci hanno permesso di allestire nel nostro Museo Diocesano una sezione dedicata proprio a lui”.   Saveria Maria Gigliotti The post Beatificazione mons. Moietta; Vescovo Parisi: “Il suo modo era semplice e ieratico al tempo stesso e non baronale” first appeared on Lamezia Nuova.

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Chiude Inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità e segni del Servo di Dio mons. Vittorio Moietta

È stata convocata per sabato 21 settembre la Sessione di chiusura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni del Servo di Dio Mons. Vittorio Moietta (Vescovo di Nicastro dal 1961 al 1963), con la quale si è avviata la fase istruttoria relativa all’escussione dei testimoni da parte degli Officiali dell’Inchiesta (il Delegato episcopale, Mons. Tommaso Buccafurni, il Promotore di giustizia, don Gigi Iuliano, ed il Notaio, Sig. Gianfranco Fiorenza). La sessione di apertura e quella di chiusura sono le uniche due fasi del processo diocesano nelle quali è permessa la partecipazione dei fedeli che, però, devono astenersi da ogni atto che possa indurre il popolo di Dio ad associare tale evento ad una automatica e conseguente beatificazione. Sabato, quindi, si conclude la cosiddetta fase diocesana dell’Inchiesta e tutto il materiale raccolto in questi mesi sarà consegnato a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi dal Postulatore della Causa, il Rev. Sac. Marco Mastroianni. Presso il Dicastero un Relatore guiderà il Postulatore nella preparazione della Positio, cioè del volume che sintetizza le prove raccolte in Diocesi; è la cosiddetta fase romana del processo. La Positio deve dimostrare con sicurezza la vita, le virtù o il martirio e la relativa fama del Servo di Dio. Essa sarà studiata da un gruppo di Consultori Teologi del Dicastero. Se questi voti saranno favorevoli (almeno in maggioranza qualificata), la Positio sarà sottoposta a un ulteriore giudizio dei Vescovi e Cardinali Membri del Dicastero. La Sessione, convocata nella Sala Giovanni Paolo II (ex Seminario Vescovile) si aprirà alle ore 17.00 con la recita dei Vespri, cui seguirà la chiusura dell’Inchiesta. Al termine, all’interno del Museo Diocesano, sarà inaugurata una sezione dedicata a Mons. Moietta. L’incontro sarà trasmesso in diretta su EsseTv canali 98 e 112 sul canale youtube e pagina facebook della stessa emittente, sul canale youtube e sulla pagina facebook della Diocesi di Lamezia Terme. Saveria Maria Gigliotti The post Chiude Inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità e segni del Servo di Dio mons. Vittorio Moietta first appeared on Lamezia Nuova.

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Il messaggio del Vescovo agli studenti per l’avvio del nuovo anno scolastico: “Il link giusto per la scuola e la vita? Quello tra cervello, cuore, occhi e mani”

  Sarà l’anno dell’intelligenza artificiale, quello che i ragazzi si apprestano a vivere con il rintocco della prima campanella. Una tecnologia pervasiva che finirà inevitabilmente per mutare l’approccio allo studio e alla conoscenza. Una vera e propria rivoluzione a cui forse non siamo ancora pronti dal punto di vista antropologico e psicologico. Ecco perché è importante mantenere fermo il timone dell’Humanum per evitare di perdersi tra le onde di un oceano vasto, sconosciuto e non privo di pericoli. È questo il senso della lettera che monsignor Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, ha rivolto agli studenti in apertura del nuovo anno scolastico. Un invito affinché fra i tanti link che i ragazzi utilizzeranno per videoconferenze, libri digitali, mail e servizi vari, non smarriscano quello più essenziale: il collegamento che connette cervello, cuore, occhi e mani. Quella “connessione interna – scrive il Vescovo ai ragazzi – che abita dentro ciascuno di Voi e che Vi garantisce, quando state bene, di restare vigili, lucidi, reattivi, proattivi e non resilienti, padroni della Vostra volontà e della capacità di autogovernarVi […]. Solo se questo sistema di connessione – o, per meglio dire, di ‘inter-connessione’ – resta funzionante, sarete in grado di fronteggiare altre connessioni e di raggiungere gli obiettivi prioritari, al netto di quelli che molto spesso sono orientati allo sfruttamento e al cumulo spietato del lucro di chi gestisce tali sistemi e potrete farlo senza restarne ‘stirati’, manipolati e violentati dal potenziale dirompente di questa tecnologia che, fra l’altro, rischia di favorire – se non proprio determinare – la privazione della interazione umana”. Il Vescovo parla ai ragazzi con sollecitudine paterna delle nuove forme di schiavitù che le nuove frontiere del digitale finiscono inevitabilmente per costruire. Gli algoritmi sono efficaci ma non possono leggere il cuore dell’uomo e pertanto possono essere spietati. Il riferimento è diretto alle nuove forme di lavoro che stanno caratterizzando la nostra epoca e che spesso vedono proprio i giovani vittime di un nuovo sistema di sfruttamento che qualcuno ha definito figlio del ‘tecnofeudalesimo’: “Pensate ai numerosi servizi come quelli che, ad esempio, ci fanno arrivare la pizza a casa, o altra merce ordinata: essi si servono di algoritmi che calcolano i tempi di consegna per i rider – ragazzi poco più grandi di voi – che con il motorino fanno le consegne a qualsiasi ora per guadagnare qualcosa. L’algoritmo non tiene conto dei bisogni più umani e scontati che anche tu, che mi leggi, hai. Ordina i ritmi e l’uso dei minuti trasformando i dipendenti in robot. A te chiedo come tu possa sentirti se omologato ad un robot. Ritieni ancora che un algoritmo possa prevedere, leggere il contesto e, per dirlo in breve, rispettare i bisogni più umani delle persone?”. È da qui che muove l’invito di monsignor Parisi a saper leggere il contesto, quella capacità tipicamente umana che consente di sfuggire al determinismo degli algoritmi: “È importante restare lucidi e capaci di leggere sempre, fino al nostro ultimo respiro, il contesto – scrive agli studenti –. È la lettura del contesto il tratto prezioso e irripetibile che connota il sano fare degli uomini, che mette insieme la capacità di leggere dentro le cose, collegando cervello, cuore, occhi e mani”.   Il testo integrale del messaggio   Carissimi ragazzi e ragazze, permettetemi di essere dei Vostri nel momento in cui prende vita questo nuovo anno scolastico. Vi comunico subito il mio desiderio mentre vi raggiungo, ormai per il terzo anno consecutivo, con questo scritto: vorrei che le provocazioni che depongo nella Vostra cassetta degli attrezzi Vi servissero per l’esperienza scolastica ma soprattutto per la vita. L’attrezzo che quest’anno vorrei consegnarvi è “immateriale”, non si tocca né si vede: è la connessione che vorrei aveste tra cervello, cuore, occhi e mani. Non come quella che maneggiate ogni giorno, in ogni ora, per restare connessi con “il mondo”. Penso invece, come dono, alla connessione interna che abita dentro ciascuno di Voi e che Vi garantisce, quando state bene, di restare vigili, lucidi, reattivi, proattivi e non resilienti (ma di questo ne parleremo), padroni della Vostra volontà e della capacità di autogovernarVi. Si tratta di un sofisticato sistema che non si vede, ma di cui si conoscono i suoi effetti, molti positivi ma tanti altri negativi. Solo se questo sistema di connessione – o, per meglio dire, di “inter-connessione” – resta funzionante, sarete in grado di fronteggiare altre connessioni e di raggiungere gli obiettivi prioritari, al netto di quelli che molto spesso sono orientati allo sfruttamento e al cumulo spietato del lucro di chi gestisce tali sistemi e potrete farlo senza restarne “stirati”, manipolati e violentati dal potenziale dirompente di questa tecnologia che, fra l’altro, rischia di favorire – se non proprio determinare – la privazione della interazione umana. Eccessivo questo mio dire? Pensate ai numerosi servizi come quelli che, ad esempio, ci fanno arrivare la pizza a casa, o altra merce ordinata: essi si servono di algoritmi che calcolano i tempi di consegna per i rider – ragazzi poco più grandi di voi – che con il motorino fanno le consegne a qualsiasi ora per guadagnare qualcosa. L’algoritmo non tiene conto dei bisogni più umani e scontati che anche tu, che mi leggi, hai. Ordina i ritmi e l’uso dei minuti trasformando i dipendenti in robot. A te chiedo come tu possa sentirti se omologato ad un robot. Ritieni ancora che un algoritmo possa prevedere, leggere il contesto e, per dirlo in breve, rispettare i bisogni più umani delle persone? Mettiamoci pure che tra i rilievi che possono essere mossi sugli algoritmi vi è quello che ci induce a riflettere sulla loro persistente capacità di farci vedere ciò verso cui abbiamo dimostrato interesse, rafforzandoci nelle nostre convinzioni (anche se errate) e non consentendoci di aprirci al confronto – in vista di un affrancamento, se necessario – e alla conseguente crescita come – detto con fermezza – solo lo studio può fare. In fondo la scuola è un viaggio e il viaggiare ci espone all’ignoto e quindi al rischio

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Il vescovo Parisi è il nuovo moderatore dell’Istituto Teologico Calabro

Nel Seminario Vescovile di San Marco Argentano mercoledì 11 settembre, alle ore 10:00 si è svolta la prima sessione ordinaria della Conferenza Episcopale Calabra per il nuovo anno pastorale 2024/25. Erano presenti i vescovi ordinari, eccetto S.E. Mons. Checchinato e S.E. Mons. Oliverio, assenti giustificati. Erano presenti altresì gli Emeriti S. E: Mons. Renzo, S.E. Mons. Milito e S.E. Mons. Bonanno. I vescovi hanno espresso il loro rammarico per la partenza di S.E. Mons. Angelo Raffaele Panzetta, eletto come arcivescovo coadiutore della sede metropolitana di Lecce, ma hanno accolto anche con gioia questa sua nomina, gli hanno assicurato la loro preghiera e i loro auguri vivissimi per il nuovo servizio pastorale. Contestualmente, essi hanno eletto come suo successore in quanto Moderatore dell’Istituto Teologico Calabro S.E. Mons. Serafino Parisi. I vescovi hanno riflettuto su diversi temi riguardanti le Chiese di Calabria, afferenti al grande tema dell’educazione: del processo ormai quasi portato a compimento del nuovo Istituto Teologico Calabro intitolato a S. Francesco da Paola, del nuovo Seminario e del progetto formativo; si è parlato della formazione dei Seminaristi alla missione in previsione del Convegno Nazionale dei Seminaristi che si svolgerà a Reggio Calabria dal prossimo 26 febbraio al 1 marzo; della cura dei presbiteri e delle coppie in crisi, anche alla luce di Amoris Laetitia; del problema dell’usura, sempre più preoccupante nella nostra Regione e della eventuale istituzione di un coordinamento regionale delle Fondazioni Antiusura. Particolare attenzione si è data al tema della tutela dei minori, approvando il programma regionale di formazione del nuovo anno per tutti i membri della Comunità ecclesiale Si è convenuto, inoltre, sull’importanza di dare risposte comuni e condivise su varie tematiche pastorali, valorizzando anche l’apporto delle Commissioni regionali: si è iniziato con la Caritas, procedendo fra l’altro alla designazione del nuovo Direttore/Segretario della Commissione nella persona di don Mario Marino, della diocesi di Cassano all’Jonio. The post Il vescovo Parisi è il nuovo moderatore dell’Istituto Teologico Calabro first appeared on Lamezia Nuova.

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“Consegnare la propria vita per amore perché possa nascere storia nuova”

“Il martirio di una vita consegnata per amore come quella di San Teodoro è quella Parola buona che dice che, dentro la storia, c’è bisogno di “donare il sangue” ma non il sangue degli altri, non il sangue sparso per soddisfare un desiderio di supremazia e di potenza, ma il sangue del Crocifisso che convertì il cuore del centurione romano sotto la Croce, il segno di una vita donata e offerta per amore. E Gesù ci dice che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi che, nella chiesa di S. Domenico, ha presieduto la celebrazione eucaristica in occasione dell’accoglienza della reliquia ex corpore di San Teodoro Martire, protettore dei soldati, alla presenza dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle autorità civili e militari. Soffermandosi sulla figura dei centurioni e sul loro ruolo nella tradizione cristiana, il vescovo Parisi ha sottolineato come “la loro figura abbia sempre avuto un duplice richiamo: quello del “nemico” e della conflittualità ma anche quello dell’integrazione.  Nel Vangelo di Marco, è un centurione romano che, ai piedi della croce, vedendo spirare Gesù, fa quella professione di fede che aveva già sconvolto il mondo giudaico e che poi avrebbe sconvolto il mondo greco e il mondo romano. Quel centurione, da “nemico” quale era considerato, consegna alle generazioni future il messaggio di una fede che è capace di elevare la persona umana. Perché questa è la fede cristiana: la possibilità di entrare nella storia, nei gangli vitali della società, con una Parola capace di donare vita e di costruire storia nuova”. E poi l’altra figura del centurione presente nei Vangeli, che va a supplicare Gesù per il suo servo che sta male, “emblema – ha proseguito Parisi –  di chi nella sua vita sconfigge la ritrosia, la resistenza e la chiusura, e si apre all’orizzonte universale del messaggio di Gesù aperto a tutti, la verità di una fede che guarisce l’uomo e soccorre l’umanità”. Nella tradizione cristiana, dunque, i centurioni ribaltano la loro funzione di uomini chiamati a combattere per affermare la loro grandezza e “si mettono a servizio di un messaggio nuovo, il messaggio di Cristo: non il morire dell’altro per affermare la mia supremazia e la mia grandezza, ma la consegna della mia vita perché dal dono della propria vita possa nascere storia nuova.  Il martirio è il dono della vita fino all’effusione del sangue perché quella vita donata sia seme di nuovi cristiani che facciano crescere la storia nella forza liberante del Vangelo”. “Di fronte agli attuali rigurgiti di un’idea di grandezza da affermare a tutti i costi, a discapito degli altri, dove ad essere sconfitta è tutta l’umanità – ha concluso il presule –  la vera battaglia da combattere è quella per una rivoluzione culturale che metta al centro l’amore. Solo l’amore costruisce perché l’offerta della vita per amore è capace di dare all’umanità possibilità per vivere, sperare e gioire.  Offrendo umanità, calore, comprensione, la dignità dell’altro viene elevata e  così si mette in pratica la forza del Vangelo. Solo così si costruisce un’umanità nuova segnata dall’amore crocifisso e risorto del Signore Gesù”. Al termine della celebrazione, la reliquia di S. Teodoro è stata traslata verso l’omonima chiesa dove la comunità parrocchiale guidata da don Tonino Fiozzo vivrà tre giornate di preghiera e riflessione in preparazione al Giubileo. S.D. The post “Consegnare la propria vita per amore perché possa nascere storia nuova” first appeared on Lamezia Nuova.

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