Vita Diocesana

In primo piano, Vita Diocesana

Scuola Biblica Diocesana; stasera incontro con Rosanna Virgili

Sarà la biblista Rosanna Virgili a relazionare stasera all’ottavo incontro della Scuola Biblica diocesana. Laureata in filosofia all’Università di Urbino, in Teologia alla Pontificia università Lateranense e licenziata in Scienze Bibliche al Pontificio istituto Biblico di Roma, Virgili attualmente è docente di Esegesi all’Istituto teologico Marchigiano ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni annoverando anche collaborazioni con diverse riviste e l’emittente Tv2000. Virgili, inoltre, dal quattro all’otto febbraio terrà gli esercizi spirituali al clero diocesano ai quali parteciperà anche il Vescovo, monsignor Serafino Parisi. s.m.g. The post Scuola Biblica Diocesana; stasera incontro con Rosanna Virgili first appeared on Lamezia Nuova.

In primo piano, La Parola del Vescovo, Vita Diocesana

“La più bella parola che voi pronunciate è quella della vostra testimonianza, della vostra forza”

“Per noi la più bella parola che voi pronunciate è quella della vostra testimonianza, della vostra forza. Come noi dobbiamo essere luce, voi e tutti insieme dobbiamo essere anche parola di bellezza, di gioia e di speranza e speriamo che il mondo non sia sordo a questa parola, anzi che possa ascoltarla, accoglierla e viverla”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel concludere l’omelia della Santa Messa da lui presieduta in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei sordi, ed officiata stamani nella chiesa di San Domenico insieme a don Agostino Stasi, responsabile dell’Ufficio di pastorale delle persone con disabilità dell’arcidiocesi di Rossano Cariati; don Antonio Brando, parroco di San Domenico; don Marco Mastroianni, cancelliere della Diocesi di Lamezia Terme. “La liturgia di oggi – ha detto il Vescovo, spiegando il significato della ‘festa della Candelora’ – ci dice che Cristo è la luce del mondo. Però, anche noi cristiani dobbiamo essere luce per il mondo e questa idea della candela che abbiamo avuto nelle mani accesa passa anche a noi: dobbiamo essere nel mondo portatori di luce, che vuol dire indicare la speranza. Ecco, io allora, auguro a tutti noi di poter essere sempre come Simeone e Anna coloro che aspettano di incontrare il Signore e, poi, come Gesù, cioè essere la luce che vince tutte le oscurità: tutte le notti del mondo devono poter essere vinte dalla nostra presenza. È un bell’impegno per noi credenti e in modo particolare per voi che oggi siete qui e ci fate il regalo della vostra presenza perché per noi è davvero di grande aiuto, di grande stimolo, vedere come, con determinazione, con forza, si vuole dire la bellezza della propria vita. Pur dentro alle difficoltà – ognuno di noi ha delle sofferenze e delle difficoltà – poter dare questa bella testimonianza di resistenza, di forza, di stimolo ad andare avanti per noi è luce”. Ad inizio della Liturgia, che è stata interamente tradotta nella lingua dei segni da due interpreti, monsignor Parisi, nel salutare i presenti, ha reso noto che “i vescovi della Calabria ci stiamo impegnando, anche con l’indicazione che ci viene da Roma, di lavorare molto nelle nostre parrocchie con le persone che hanno varie disabilità, con la catechesi inclusiva, con i Gres (i gruppi estivi), per poterle coinvolgere in modo tale che la bellezza della parola di Dio che è gioia vita e speranza possa davvero arrivare a tutti. Questa è la scommessa che vogliamo fare anche qui a Lamezia”. Nel prendere la parola, il sindaco, Paolo Mascaro, ha dato ai presenti il “benvenuto nella nostra città, come sempre, con un grande abbraccio di solidarietà. Mutuando le parole sempre bellissime di sua eccellenza – ha aggiunto -, noi vogliamo che Lamezia sia una città sempre meno sorda rispetto a tutte quelle che sono le problematiche che possano riguardare tutti coloro che, in questo splendido dono che è la vita, affrontano delle particolari situazioni”. Di “evento bello, significativo e pensato come momento inclusivo” per lo svolgimento di questa giornata che “dimostra veramente la vostra sensibilità”, invece, ha parlato don Agostino, che nel ringraziare monsignor Parisi per la sua presenza e disponibilità, ha anche ringraziato “la responsabile del settore delle persone con disabilità della Diocesi di Lamezia Terme, Emanuele Cristiano, che ci ha messo il cuore, l’anima e non si poteva vivere questo momento se non anche attraverso la sua mediazione”. Antonio Miriello, presidente regionale Ens Aps (Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi), nel consegnare al Vescovo Parisi un quadro raffigurante San Francesco di Sales, per ringraziarlo “per la vicinanza e la sensibilità mostrata nei nostri confronti” ed “in ricordo di questa indimenticabile ed emozionante giornata trascorsa insieme nella pace, nella fratellanza e nell’amore di Dio”, ha ricordato la figura di San Francesco di Sales.   Saveria Maria Gigliotti The post “La più bella parola che voi pronunciate è quella della vostra testimonianza, della vostra forza” first appeared on Lamezia Nuova.

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Don Marco Mastroianni nominato consulente ecclesiastico regionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italian

  Don Marco Mastroianni è il nuovo consulente ecclesiastico regionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. Lo hanno nominato, nei giorni scorsi, i Vescovo calabresi durante la sessione invernale della Conferenza episcopale calabrese. Nei giorni 27 e 28 gennaio, infatti, si è svolta nei locali del Seminario Arcivescovile di Reggio Calabria la sessione invernale della Conferenza Episcopale Calabra, presieduta da S.E. Mons. Fortunato Morrone, con la partecipazione di tutti i vescovi ordinari della Regione e dei vescovi emeriti: S.E. Mons. Mondello, S.E. Mons. Rimedio, S.E. Mons. Milito, S.E. Mons. Renzo, S.E. Mons. Bonanno. Tutti i vescovi hanno accolto con gioia S.E. Mons. Alberto Torriani, arcivescovo eletto di Crotone – S. Severina, rinnovando gli auguri per la sua elezione. Con Papa Francesco, i presuli hanno riaffermato, nella “giornata della memoria”, la necessità che l’orrore della Shoah non sia mai dimenticato e hanno dichiarato la loro vicinanza a chi oggi soffre per la guerra, in particolare agli Israeliani e ai Palestinesi. Con le parole del Santo Padre, i vescovi hanno affermato che “ogni essere umano, sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, è sacro, prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace”. Essi hanno elevato insieme la loro preghiera anche per la pace in Ucraina e in tutte le parti del mondo e hanno riaffermato che con la guerra si perde sempre tutto. La sessione è stata caratterizzata dal cammino di approfondimento del delicato tema della formazione dei futuri presbiteri in vista di un progetto comune, che da tempo costituisce motivo di appassionato dialogo e di confronto tra i presuli. Nel pomeriggio di lunedì i vescovi hanno partecipato all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro e del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano di Appello, con la prolusione del prof. Domenico Bilotti, professore di Diritto Canonico e Matrimoniale dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, dal titolo: “Chiesa e Stato nell’amministrazione della giustizia ecclesiastica: i requisiti per un dialogo efficace e servizio delle strutture giudiziarie”. La Conferenza Episcopale Calabra ha confermato come vicario giudiziale per il quinquennio 2025-30 mons. Vincenzo Varone, della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea; coadiuvato come vice vicari da don Marcello Froio, dell’arcidiocesi di Catanzaro – Squillace e da don Pasquale Zipparri della diocesi di Cassano all’Jonio; amministratore sarà il diacono dottor Francesco Ielo, dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. La riflessione dei vescovi è proseguita con una dettagliata relazione della dottoressa Chiara Griffini, presidente del Servizio Nazionale della Tutela Minori e – in collegamento da remoto – della coordinatrice nazionale, dottoressa Emanuela Vinai. S.E. Mons. Alberti, vescovo delegato per i Problemi Sociali e il Lavoro, ha presentato le proposte della Commissione per il triennio 2025-27. Il tema del lavoro ha indotto i presuli a riflettere insieme sui problemi sociali della Regione, esprimendo viva preoccupazione per la mancanza della tutela delle persone fragili che trovano nella piaga del gioco d’azzardo una vera e propria condanna. I vescovi chiedono con forza alle autorità competenti una responsabile presa in carico di questo grave problema, che anziché diminuire si sta incrementando. Un’altra preoccupazione espressa dai vescovi è la Sanità calabrese che continua a manifestare gravi carenze a danno dei più poveri. I presuli hanno auspicato una maggiore collaborazione tra le Commissioni di Pastorale Sociale, del Lavoro, Caritas e Pastorale della Salute e, inoltre, maggior coinvolgimento e collaborazione tra tutte le Commissioni della CEC, col desiderio che esse siano sempre più un punto riferimento nello spirito della sinodalità. In seguito al decesso del delegato regionale FACI, mons. Franco Maio, dell’arcidiocesi di Cosenza – Bisignano, i vescovi hanno nominato, come da Statuto, il primo dei non eletti, don Giuseppe Repaci, dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. Infine, hanno preso atto della lettera loro inviata dall’Ispettorato per la Calabria dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. The post Don Marco Mastroianni nominato consulente ecclesiastico regionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italian first appeared on Lamezia Nuova.

Giubileo 2025, In primo piano, La Parola del Vescovo, Vita Diocesana

Domenica della Parola, lectio divina del vescovo Parisi con il movimento “Vivere in”

Anche quest’ anno, in occasione della celebrazione della Domenica della Parola, istituita da Papa Francesco nel settembre del 2019 attraverso la Lettera Apostolica “Aperuit Illis” il movimento di spiritualità Vivere In, in collaborazione con la diocesi di Lamezia Terme e con la parrocchia S. Maria Immacolata in Accaria, ha organizzato nei giorni scorso, presso il santuario  S. Giovanni Paolo II in Cardolo, un secondo momento comunitario, di approfondimento e di riflessione per vivere, alla luce del passo proposto,  una vera esperienza di paternità. Papa Francesco, nell’istituire la domenica della Parola, ha consegnato al popolo di Dio uno strumento essenziale ed estremante vitale, considerando la conoscenza delle Sacre Scritture premessa irrinunciabile nel cammino di fede di ciascuno, per riuscire ad essere così fedeli annunciatori del Vangelo. Partendo dalla declamazione del salmo 119  “Spero sulla tua Parola”, ha fatto seguito la lectio divina di forte impatto comunicativo tenuta dal nostro vescovo mons. Serafino Parisi. Un’ esegesi rigorosa, quella proposta dal presule, dalla quale ha fatto emergere gli elementi più significativi di verità inseriti nella storia della salvezza e che continuando ad essere celati fra le righe della vita di uomini e donne di ogni tempo, attendono d’essere colti, continuamente rinnovati, per far giungere alla comprensione della volontà di Dio, l’unica che conduce alla vita piena ed alla gioia. Promuovere il pensiero critico e la riflessione all’interno della comunità diocesana, così come portato avanti dal nostro pastore e vescovo, sicuramente permetterà a tutti noi di giungere ad una fede più matura e consapevole, fornendo alla Chiesa tutta, una sicura base per saper affrontare questo nuovo millennio con rinnovata e sempre nuova speranza. Maria Rita Di Cello, responsabile “Vivere in” Lamezia Terme The post Domenica della Parola, lectio divina del vescovo Parisi con il movimento “Vivere in” first appeared on Lamezia Nuova.

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“Non noi, ma Gesù Cristo è la meta del nostro servizio”

“Non noi, ma Gesù Cristo è la meta del nostro servizio.  Se la gente che viene a noi non arriva, attraverso il nostro ministero, a Dio e si ferma a noi stessi, allora quella gente può ritenersi ingannata, confusa, imbrogliata: noi dobbiamo portare le persone al Signore e non invece portarle verso di noi, lasciando per giunta il Signore da parte, in un angolino. È questa la grande sfida, perché ad essere venditori ambulanti di fumo non ci vuole niente; bisogna invece abbassarsi ed umiliarsi, non di nome, ma di fatto”. Così il vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel concludere l’omelia della celebrazione eucaristica da lui presieduta in occasione dell’ingresso del rettore della chiesa di Santa Chiara, don Luca Gigliotti. Partendo dal brano del Vangelo sulle nozze di Cana, il Vescovo ha evidenziato che “la presenza di Maria è una presenza di servizio. Il suo intervento è servito a far comprendere che la ‘Parola’ capace di dare la risposta a tutti i drammi dell’umanità è solo quella che Dio ha pronunciato nel Verbo, il Figlio suo, Gesù Cristo. Qui – ha aggiunto – sta la grandezza di Maria. Non quella di prendere i meriti per sé ma di essere al servizio del Figlio, perché il Signore potesse realizzare l’opera di glorificazione”. Maria, quindi, “non prende le necessità degli altri per ingrandire sé stessa e darsi gloria e arie”, ma per la manifestazione della gloria del Figlio. Monsignor Parisi ha poi fatto notare come Giovanni, a differenza degli altri evangelisti, nel raccontare il primo intervento di Gesù, non abbia parlato di miracolo ma di segno “perchè il segno – ha detto – rimanda ad altro”. In tale senso, “la parola grande che viene consegnata a noi attraverso questo simbolo del matrimonio è ‘l’unione’ che per noi costituisce la parte fondamentale di quel termine che usiamo spesso, che però dobbiamo rendere operativo concretamente, ed è la comunione, cioè una unione che sappia abbracciare tutti – e non soltanto alcuni, magari in un cerchio asfittico o magico – anzi in un dinamismo comunionale senza chiusure, senza esclusioni, senza isolazionismi, senza vittimismi”. Comunione, quindi, come “unione di tante persone che sanno mettere insieme le loro specificità, le loro diversità (che è bene che ci siano, come è stato ricordato proprio nella seconda lettura di questa sera tratta dalla prima lettera ai Corinzi): ad ognuno è data una manifestazione speciale, particolare, dello spirito per il bene comune: e non per un singolo, o per due, tre, quattro, cinque singoli”, ma per tutti. Al riguardo, il Vescovo ha incentrato l’attenzione sui carismi, “che sono tanti e sono manifestazioni dello Spirito. Il carisma – ha detto – è un dono per il servizio, non è un dono per andare a vincere i talent show, al fine di una esaltazione personale basata sull’esibizione della propria bravura accompagnata dalla caduta coreografica dei coriandoli della festa. Il carisma è certamente un dono che il Signore consegna, ma con una caratteristica che lo trasforma da principio di esaltazione personale a occasione, necessità, bisogno di servire l’altro. Lo sta dicendo San Paolo ‘fratelli, ci sono diversi carismi, ma uno solo è lo spirito; vi sono diversi ministeri (e ministero vuol dire servizio), ma uno solo è il Signore; ci sono diverse attività, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti’. Ora, questo serve in modo particolare a noi che siamo chiamati a ridimensionare il nostro ego, curando l’ipertrofia dell’io che a volte – anche qui è il Vangelo che ce lo dice – si mostra come un lupo rapace rivestito di agnello. Questo accade quando si fa una recita, quando si pratica una dissimulazione: dietro quel buonismo di facciata si nasconde praticamente una realtà altra”. Quindi, ha ricordato che “tutto quello che accade nella Chiesa è opera di Dio e noi – lo diceva San Luca – siamo servi inutili. Quindi, se tutto ciò che facciamo nella Chiesa non è opera di Dio, ma invece esalta i particolarismi, gli individualismi e gli isolazionismi settari, possiamo dire con San Paolo che Dio non c’è, Dio non c’entra niente. È questa la misura che ci dà stasera il testo di Paolo che alla fine, dopo aver elencato alcuni doni come il linguaggio di sapienza, la conoscenza, la fede, il dono delle guarigioni, il potere di compiere miracoli, la profezia, gli spiriti, la varietà delle lingue, l’interpretazione delle lingue, dice: ma tutte queste cose sono le opere dell’unico e medesimo spirito. È Dio che opera, non noi”.   Di “gratitudine che è l’atto di accorgersi del bene e non di riconoscenza che lega troppo l’idea a qualcuno” ha, poi, parlato don Luca Gigliotti nel suo saluto finale durante il quale, interrotto dalla commozione, ha ringraziato il Vescovo, la sua famiglia, i suoi collaboratori, la comunità di Cortale: “In questo momento, in me – ha detto – ci sono tante emozioni, tanti sentimenti e negli anni ho imparato che tutto è prezioso. Non voglio scartare nulla di quello che mi sta accadendo dentro perché sono sicuro che tutto, in qualche modo, porterà frutto. Tra tutte queste cose vorrei provare a raccogliere la gratitudine che non è una cosa scontata e banale. Il mio grazie possa raggiungere ognuno di voi. Questo grazie così grande, libero e gratuito posso dirlo solo in Dio e, dicendolo al Signore, Lui lo dirà al cuore di ciascuno di voi. Dio mi ha messo un sogno nel cuore ed è quel sogno che oggi mi ha portato a voi”. “Sono convinto – ha concluso – che più che le parole all’inizio parleranno i giorni che verranno, i tanti volti, i cuori che saranno prossimi. Quindi, lasciamo parlare quelli perché ci darà tante cose da vivere e so che iniziare un’esperienza nuova è sempre un momento delicato. Allora, vorrei stare qui, in questo luogo come uno che si mette accanto e fare dei passi insieme. Non ho grandi pretese ma solo questo piccolo desiderio con chi vorrà passare attraverso questo luogo, vorrà fermarsi. Vorrei che questa realtà possa continuare ad essere

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Don Aldo Figliuzzi è avvocato Rotale

Nei giorni scorsi, a Roma, nel Palazzo della Cancelleria (sede dei tre Organismi ordinari di giustizia della Sede Apostolica: il Tribunale della Rota Romana, il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e la Penitenzieria Apostolica), è stato conferito a don Aldo Figliuzzi, Vicario Giudiziale della nostra Diocesi, il Diploma di Avvocatura Rotale. La cerimonia è avvenuta alla presenza dell’Ecc.mo Decano della Rota Romana, Sua Eccellenza Mons. Alejandro Arellano Cedillo, dei Reverendissimi Prelati Uditori (i Giudici della Rota Romana), dei Reverendi Promotori di Giustizia e dei Difensori del Vincolo, degli Officiali del Tribunale, dei familiari e amici dei sei nuovi Avvocati Rotali. Dopo la recita dell’Angelus e un breve discorso di introduzione di Sua Eccellenza il Decano, don Aldo, a nome dei nuovi Avvocati Rotali, ha prestato il giuramento in forma solenne, in latino; quindi, Sua Eccellenza ha consegnato loro il Diploma di Avvocatura Rotale. Conseguito il Diploma, don Aldo, iscrivendosi all’Albo degli Avvocati Rotali, ha ottenuto l’abilitazione a patrocinare dinanzi al Tribunale Apostolico della Rota Romana e al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, nonché in tutti i Tribunali di tipo ecclesiastico. Ad oggi, il numero degli Avvocati Rotali, in tutto il mondo, è di appena 281. Per conseguire il Diploma di Avvocatura Rotale don Aldo, dopo la licenza (la laurea) in Diritto Canonico e il Dottorato di ricerca (la sua Dissertazione dottorale dal titolo: “Il contenzioso amministrativo relativo ai religiosi prima del CIC 1983. Analisi delle sentenze e indirizzi giurisprudenziali” è stata integralmente pubblicata dalla Pontificia Università della Santa Croce), ha affrontato un severo e selettivo corso di tre anni presso lo Studio Rotale, una scuola superiore di perfezionamento e di specializzazione forense. Nel triennio dello Studio Rotale gli alunni studiano vari ambiti riguardanti il diritto (Giurisprudenza Rotale, Prassi giudiziale, Diritto Orientale canonico, Diritto amministrativo canonico, Metodologia giuridica, Psichiatria, Psicologia, Deontologia, Antropologia). La maggior parte delle lezioni e degli esami vengono tenuti in lingua latina da docenti che sono gli stessi Giudici della Rota Romana. Ogni mese gli studenti redigono un compito in latino, un atto giudiziario, che è valutato dai docenti: la consegna di tutti i compiti, con un voto almeno sufficiente, è presupposto per potere sostenere gli esami annuali. Al termine di ogni anno vengono sostenuti i relativi esami, superati i quali si può accedere all’esame di Diploma. L’esame di Diploma, che è stato sostenuto da don Aldo il 12 novembre u.s., è la prova più difficile da affrontare poiché il candidato, in dodici ore continuative (dalle 9 alle 21), con il solo ausilio del Codice di Diritto Canonico non commentato e del Vocabolario, deve redigere in latino un parere giuridico in materia di diritto matrimoniale canonico sulla base degli atti di un vero processo di nullità. Don Aldo, che ormai da anni svolge il ministero di Giudice stabile presso il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro, e che in questi anni ha offerto la sua collaborazione anche ad altre Diocesi fuori regione e nazione, ci tiene a ribadire che questo traguardo è un ulteriore stimolo perché il ministero da lui esercitato come Giudice sia sempre guidato dall’amore per Dio e per il prossimo, professando sempre, di conseguenza, un amore appassionato per la verità e la giustizia poiché la ricerca della verità e l’applicazione della giustizia sono le due coordinate indispensabili per fuggire ogni parzialità e per ricercare il bene dei coniugi, della famiglia e della Chiesa, che ha come unico scopo la salvezza delle anime. The post Don Aldo Figliuzzi è avvocato Rotale first appeared on Lamezia Nuova.

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Don Luca Gigliotti è il Rettore della Chiesa di Santa Chiara

Il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, ha nominato don Luca Gigliotti Rettore della Chiesa di Santa Chiara. La scelta del Vescovo, ricaduta su un sacerdote da anni impegnato con i giovani ed effettuata dopo la decisione dei Missionari della Via di andare via dalla Diocesi, contrariamente a quanto lo stesso monsignor Parisi aveva loro suggerito, punta a fare di Santa Chiara, fra le altre cose, un Centro Diocesano per la Pastorale giovanile e del Progetto Policoro, di cui don Luca è responsabile anche a livello regionale, e per la Pastorale Vocazionale e Familiare dell’intera Diocesi. Un’altra tappa, quindi, va ad aggiungersi al percorso che monsignor Parisi, sin dal suo arrivo in Diocesi, ha inteso intraprendere nel cammino di evangelizzazione e di crescita della comunità lametina. Don Luca, che ha già in cantiere varie iniziative da portare avanti nella Rettoria, farà il suo ingresso a Santa Chiara domenica 19 gennaio alle ore 18. Saveria Maria Gigliotti The post Don Luca Gigliotti è il Rettore della Chiesa di Santa Chiara first appeared on Lamezia Nuova.

8xmille, Attualità, Caritas, In primo piano, Vita Diocesana

Ripartire dalla persona per l’inclusione sociale e lavorativa

“Ripartiamo dalla Persona: Dignità – Inclusione – Lavoro”. Questo il progetto che, promosso e finanziato da Caritas Italiana nell’ambito della progettazione 8xmille 2024, è gestito dalla Caritas Diocesana di Lamezia Terme. “Il Progetto – dichiara il direttore di Caritas lametina, don Fabio Stanizzo – rappresenta un passo significativo verso l’inclusione sociale e lavorativa di persone vulnerabili su tutto il territorio diocesano in quanto, non solo mira a migliorare l’occupabilità, ma contribuisce anche a restituire dignità e speranza a chi si trova in situazioni di difficoltà. Il suo obiettivo, infatti, è quello di aumentare l’occupabilità dei beneficiari, favorendo l’inserimento di persone disoccupate, in particolare quelle provenienti da contesti di marginalità, nel mercato del lavoro locale”. Il progetto prevede diverse attività mirate, tra cui il corso di educazione finanziaria “EduCare” che, tenuto dal formatore Gianluca Vumbaca presso il centro diurno della Cittadella della carità, in questa prima fase ha registrato la partecipazione attiva dei 23 beneficiari che hanno assistito a cinque lezioni durante le quali sono stati approfonditi argomenti di interesse quotidiano, utilizzando esempi pratici e simulazioni per rispondere ai bisogni concreti dei partecipanti. “Una difficoltà oggettiva per molti – spiega Vumbaca – è acquistare casa, per via della mancanza di un lavoro stabile e regolare. Per questa ragione si è parlato anche di soluzioni alternative di tipo privatistico sganciate dalle linee di credito degli istituti finanziari. Questo ha permesso di far capire che spesso ci sono strade per ogni esigenza anche se inizialmente si pensa che alcuni obiettivi siano impossibili da raggiungere. Il confronto – aggiunge il formatore – è stato particolarmente animato quando si è parlato di lavoro che per tanti è precario e mal pagato. Per questo abbiamo cercato di comunicare un messaggio positivo e costruttivo, facendo capire il grande bisogno di lavoro artigiano nel territorio e che la condizione lavorativa si migliora pian piano, lavorando onestamente e bene per crescere e farsi apprezzare. I partecipanti, che sono stati anche sollecitati a valutare il lavoro in proprio, e non solo quello dipendente, facendo capire l’importanza dei talenti e quanto i clienti cercano persone brave e per bene cui affidare diverse cose importanti, hanno capito l’importanza ed il valore di questo progetto comprendendo che devono rialzarsi con più forza e tenacia dalle difficoltà e che, per quanto difficile, devono pensare al loro futuro anche lontano in quanto tante importanti esigenze busseranno alla loro porta”.   Saveria Maria Gigliotti The post Ripartire dalla persona per l’inclusione sociale e lavorativa first appeared on Lamezia Nuova.

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“Essere tutti Magi capaci di portare risposta ad angosce umanità”

“Essere tutti Magi, capaci di portare al mondo la risposta a tutte le angosce dell’umanità” e, nel contempo, “tornare indietro carichi di quella esperienza di chi contempla la luce e non può trattenerla per sé ma la deve comunicare agli altri”. Questo l’auspicio del Vescovo, monsignor Serafino Parisi, al termine dell’omelia in occasione della Santa Messa dell’Epifania del Signore da lui presieduta in Cattedrale. “Siamo ancora tutti quanti folgorati dalla luce del Natale del Signore – ha detto monsignor Parisi -, perché il Natale viene presentato, anche dalla liturgia della Parola, come una festa di luce. Viene presa l’immagine del profeta Isaia che dice che ‘il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce’. E questa luce si estende nel tempo e arriva ad oggi, solennità dell’Epifania che ancora viene indicata come una festa di luce. Lo stesso Isaia nel brano della prima lettura di oggi dice proprio così ‘alzati e rivestiti di luce perché viene la tua luce’. La luce, allora, è la parola più importante di queste feste che stiamo vivendo e che ormai con questa serata sono andate via. Però, rimane il collegamento con il mistero originario della luce, perché la luce è la prima grande parola che viene pronunciata da Dio dentro un contesto buio, tenebroso, oscuro. All’inizio, quando si parla della Creazione, tutto il mondo caotico viene rappresentato come avvolto dentro una tenebra spessa, un buio tangibile. Appena Dio si fa presente sulla scena del mondo pronuncia la parola ‘sia la luce e la luce fu’. Ed è questa luce che vince le tenebre, che rompe ogni forma di buio e di oscurità. Giovanni, proprio a proposito della luce, sottolinea questo aspetto all’inizio del quarto Vangelo, dove dice ‘la luce venne nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta’, che è una grande parola di speranza: le tenebre non possono oscurare la luce, ma dentro il pensiero di Dio è la luce che vince le tenebre. Anche se le tenebre fanno di tutto per restare compatte, la luce fa la sua opera, compie la sua funzione, il suo servizio di illuminare il mondo, rompere e squarciare la oscurità e fare passare un raggio di vita”. La solennità dell’Epifania, quindi, per il Vescovo “è una festa di luce” e “se dal piano teologico l’impatto del Natale è un impatto dirompente pur dentro la debolezza di un Bambino che nasce in una culla – ed un bambino fa tenerezza non fa paura – , la solennità dell’Epifania ha un risvolto ancora più impegnativo sul piano dell’azione pastorale, cioè sul servizio che noi dobbiamo rendere al mondo. Questo è il richiamo ai Magi”. “Nella tradizione biblica – ha ricordato al riguardo monsignor Parisi – questi personaggi che arrivano sono i rappresentanti di tutti coloro che aspettavano la rivelazione del figlio di Dio. Erano coloro che già immaginavano che all’interno della storia dell’umanità sarebbe dovuta accadere qualche novità che loro intravedevano come cambiamento, svolta decisiva per la storia” e che, secondo l’evangelista Matteo, “la individuano in quella grotta di Betlemme, davanti alla figura di un bambino. Però, mentre c’è questo movimento che va dai confini del mondo fino al centro della storia dell’umanità, che è la grotta di Betlemme, allo stesso momento, una volta che i Magi hanno contemplato la grandezza di Dio nella fragilità di un bambino, tornano nelle loro terre, nei loro contesti, presso la loro gente, per dire la grandezza di Dio. Cioè, la luce che hanno contemplato non possono tenerla dentro di loro, ma devono portarla anche agli altri: questo è il messaggio forte che viene dalla solennità dell’Epifania. Ecco perché sul piano pastorale la solennità dell’Epifania ha davvero un valore superiore a quello di tutte le altre feste”. “Oggi – ha aggiunto il Vescovo – il Papa ha utilizzato una bella immagine, che di per sé risale ad una riflessione del cardinale Martini, che diceva che dentro questa scena del Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato oggi ci sono tanti personaggi e, dunque, per l’uomo ci sono tante possibilità di identificazione. C’è chi si identifica con i pastori, gente semplice, che sentono questa voce strana e non si lasciano condizionare da nulla o dalle cose che dovevano fare, dalle greggi da custodire, ma subito si muovono verso la grotta: è la semplicità che si muove subito. Poi, però, c’è anche il re Erode che praticamente si era sentito come spodestato da questo nuovo re che sarebbe dovuto venire sulla terra, si sente toccato nel vivo dell’affermazione di sé dalla nascita del bambino. C’è anche la possibilità di assumere la parte degli scribi, dei farisei che sapevano bene che le Scritture dicevano ‘Tu Betlemme non sei il più piccolo dei capoluoghi di Giuda da te nascerà il Salvatore di Israele’. Avevano una conoscenza storica di quello che sarebbe dovuto accadere, ma sono stati incapaci di recarsi alla grotta a vedere la grandezza di Dio nella debolezza di un bambino. E, poi, ci sono i Magi, coloro che, a mio modo di vedere, oggi, ognuno di noi dovrebbe imitare”. “La parte dei Magi – ha detto monsignor Parisi – dovrebbe essere la nostra parte perché, appunto, i Magi sono coloro che raccolgono i grandi interrogativi dell’umanità: Come mai ancora c’è tanta cattiveria, tanto egoismo? Come mai c’è tanta guerra? Perché la guerra è sempre tanta anche quando – secondo noi – è di piccole dimensioni, tra di noi. Perché c’è tanta brutalità? Ma voi ce la fate a vedere le immagini di quei bambini morti dal freddo a Gaza che litigano tra di loro, nel terzo millennio, con una scodella in mano per conquistare un pugno di riso? Io, personalmente, non ce la faccio. Sono immagini che mi sconvolgono, intanto per l’impotenza e poi per dire ‘ma come è possibile che si possa arrivare a tanto?’. E qui non è questione di mettersi da una parte o dall’altra perché quando l’uomo soffre è sempre l’umanità che viene sconfitta. Perché si continua a morire? Perché tanta sofferenza? Queste sono le domande, mettendo da parte quelle che,

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Buon compleanno al nostro Vescovo

  Eccellenza reverendissima, in occasione del suo compleanno, l’intera Comunità diocesana le porge i più sinceri e affettuosi auguri. Con profonda gratitudine tutti noi riconosciamo in lei una guida spirituale e un Pastore amorevole, capace di illuminare con la sua parola e il suo esempio di vita il nostro percorso di fede. Il suo ministero è per tutti noi un segno tangibile della presenza misericordiosa di Dio in mezzo a noi. La sua preziosa testimonianza di fede, di speranza e di carità ci sostiene in questi momenti difficili e complicati della nostra umanità e ci incoraggia a testimoniare sempre con rinnovato impegno, entusiasmo e generosità la comunione e la corresponsabilità dei laici nella missione cristiana. Possa il Signore, fonte di ogni bene, continuare a conservarla nel suo amore, a sostenerla nel suo ministero episcopale, ricompensandola con abbondanza di grazie e donandole la salute, la saggezza e la forza necessaria per continuare a servire con generosità e dedizione la Chiesa e il popolo di Dio, che le è stato affidato. Con affetto e devozione filiale, le assicuriamo il nostro costante ricordo nella preghiera. Alfredo Saladini, presidente Consulta Aggregazioni Laicali Diocesi di Lamezia Terme The post Buon compleanno al nostro Vescovo first appeared on Lamezia Nuova.

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