AMMINISTRATORE
Castagnaro Mons. Adamo Mario
Indirizzo Via Magenta – 88040 Conflenti (cz)
Festività San Nicola di Bari, seconda domenica di maggio
Telefono 096864420
Descrizione Parrocchia
S. Nicola di Bari E’ la più antica chiesa di Conflenti, la cui costruzione risale alla fine del XV secolo. Era sede della parrocchia di Conflenti Superiore e della Confraternita delle Anime Purganti. Fino alla metà del XIX secolo funse anche da cimitero. In stile classico, presenta tre navate e un ampio presbiterio. Nelle cappelle delle navate laterali vi erano custodite le statue del Sacro Cuore, di S. Lucia, del SS. Sacramento, delle Anime del Purgatorio e della Madonna del Rosario. Nel corso dei secoli fu più volte chiusa al culto a causa del dissesto idrogeologico che provocava vistose lesioni ai muri portanti, al tetto e ai pavimenti. Nel 1941, in seguito ad un’alluvione che la trascinava a valle, fu abbandonata per un lungo periodo. Nel 1946, dietro interessamento del parroco don Riccardo Stranges, fu ristrutturata. I lavori iniziarono nel gennaio ’47, e grazie alle generose offerte dei fedeli che contribuirono anche con prestazioni volontarie di mano d’opera, furono ultimati nel febbraio del 1948. La Chiesa fu riaperta al culto, arricchita di marmi e di un artistico altare maggiore. Nel 1950, sempre con offerte del popolo, venne acquistato un magnifico armonium a 6 registri. Durante l’alluvione del 1959 subì nuovi danni e nel 1962, in seguito a scosse telluriche, crollò parte del soffitto e si riaprirono numerose crepe nelle mura portanti. Il sindaco di Conflenti ne ordinò quindi l’immediata chiusura al culto per incombenti pericoli di crollo. Da allora tutte le ripetute richieste di contributi per il ripristino dell’edificio sacro sono state ignorate. Attualmente la chiesa si presenta in uno stato di completo abbandono: il tetto è quasi completamente crollato, gravi lesioni interessano i muri portanti, il pavimento è in disfacimento. Nel 1998 un gruppo di giovani ha provveduto a pulire l’interno della chiesa, eliminando le sterpaglie e i detriti che vi si erano accumulati, nella speranza di sensibilizzare le autorità competenti affinché venisse riparato almeno il tetto, che tutt’oggi rimane a cielo aperto.